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Covid in Cina, l'allarme di Matteo Bassetti: "La tempesta virale perfetta"

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Allarme Covid totale in Cina nelle parole di Matteo Bassetti. Secondo il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, il Paese asiatico sta per vivere una vera e propria tempesta perfetta legata all'aumentare dei casi di contagi da pandemia. Il crescente numero dei malati finirà per mettere in crisi la stessa produzione industriale. "Il Covid19 metterà in ginocchio la Cina. Il numero elevato di malati sta già creando problemi alla produzione industriale - spiega Bassetti su Twitter - Dopo il Capodanno cinese sarà un disastro: si prevedono 4-500 milioni di casi che si sommeranno ai 300milioni fino ad oggi. Sarà la tempesta virale perfetta". Intanto circa il 90% degli abitanti della provincia dell’Henan, la terza più popolosa della Cina, sarebbe stato contagiato dal Covid. Si tratta di circa 88.5 milioni di persone. Lo riporta il "Guardian" citando una conferenza stampa del direttore della commissione sanitaria locale Kan Quancheng. E se a Pechino il picco di contagi di questa ondata sarebbe già stato raggiunto, i ricoveri e le morti raggiungeranno il picco entro le prossime 2 settimane, mentre su scala nazionale un nuovo picco di contagi è previsto per il 3 marzo prossimo, quando Airfinity stima 4,2 milioni di contagi.

 

 

 

 

La pressione a cui è sottoposto tutto il sistema sanitario e lo stress di obitori e forni crematori che ha fatto seguito agli allentamenti a livello nazionale hanno destato i dubbi della comunità internazionale, a cominciare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sull’effettiva situazione nel Paese asiatico, in particolare per quanto riguarda i ricoveri, le terapie intensive e i dati dei decessi. Secondo i dati forniti da Pechino tra i ceppi del virus individuati nel Paese non ci sarebbe, però, il pericolo della diffusione di nuove varianti. Intanto, su Weibo, il social network più utilizzato in Cina, sono stati sospesi 1.120 account, alcuni con milioni di follower, che criticavano gli esperti che hanno sostenuto il rilassamento della linea sul Covid-19 del governo cinese. La revoca delle restrizioni, avvenuta in contemporanea con l’ondata di contagi nel Paese, ha spinto diversi Paesi, tra cui l’Italia, a imporre il tampone obbligatorio per chi entra nel Paese dalla Cina, destando l’irritazione di Pechino, che ha minacciato contromisure e che dai suoi organi di stampa ha pesantemente criticato le decisioni dei governi che hanno deciso restrizioni ai viaggiatori dalla Cina. Pechino difende la nuova linea adottata dopo le proteste anti-lockdown di fine novembre in molte città cinesi, a cui lo stesso presidente cinese, Xi Jinping, avrebbe fatto indiretto riferimento durante il discorso di fine anno, quando ha accennato alla diversità di punti di visita all’interno del Paese, sottolineando la necessità di costruire un consenso.

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