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Il Senato sarà parte civile contro i “gretini”: La Russa vuole il risarcimento

Luigi Frasca
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«Non pene esemplari, ma risarcimento dei danni». È quanto ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa al termine dell'ufficio di presidenza convocato all'indomani del blitz degli ambientalisti di «Generazione futuro» che hanno imbrattato uno degli ingressi di Palazzo Madama con della vernice rossa. Il Senato, a tal proposito, ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento contro i cinque denunciati per la protesta. Inoltre il Consiglio di Presidenza ha stabilito di affidare ai Questori una istruttoria per valutare quali ulteriori misure di sicurezza adottare a tutela e salvaguardia del palazzo stesso. Durante la riunione, ha riferito il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, «abbiamo discusso dell'episodio, che è stato condannato da tutte le forze politiche. E si è deciso di affidare ai Quetsori un'istruttoria per verificare ulteriori misure di sicurezza compatibili con l'uso del palazzo stesso e con la sua collocazione al centro di Roma - a salvaguardia non solo del Senato in quanto sede istituzionale ma anche in quanto patrimonio culturale». Tra le ipotesi allo studio anche quella di «aumentare la sicurezza all'ingresso principale, ma non c'è l'intenzione di blindare il palazzo, insomma no a misure di particolare gravità», conclude Gasparri.

 

 

«Non chiuderemo il Senato - ha chiarito La Russa- benché le altri istituzioni, Camera e palazzo Chigi, siano abbondantemente protette rispetto al Senato». «Basta qualche piccolo accorgimento - ha aggiunto - perché vogliamo che il Senato resti il più possibile a contatto con la gente senza farci spaventare, intimorire o condizionare da quattro ragazzotti che pretendono di cambiare il mondo lanciando un po' di vernice». Ed inoltre c'è anche «l'invito alle forze di polizia di cercare di ritenere importante il controllo qui al Senato con personale formato e di debita esperienza».

 

 

Intanto il giudice monocratico di Roma ha convalidato gli arresti di Davide Nensi, Alessandro Sulis e Laura Paracini, i tre attivisti di Ultima Generazione che hanno compiuto il blitz di lunedì. I tre, accusati di danneggiamento aggravato, sono stati rimessi in libertà e il giudice ha rimandato l'udienza al 12 maggio. Il pm durante l'udienza di convalida aveva chiesto l'obbligo di dimora per tutti e tre. I giovani erano già stati denunciati per i blocchi stradali sul Grande Raccordo Anulare compiuti nelle settimane scorse. La ragazza, inoltre, aveva partecipato anche all'azione dimostrativa contro un quadro di Van Gogh esposto a palazzo Bonaparte. Per il blitz durante il quale è stato imbrattato il portone del Senato altri due attivisti sono stati denunciati. Le indagini sono state svolte dalla Digos di Roma e dai carabinieri. Durante l'udienza di convalida i tre giovani hanno ammesso i fatti rivendicandoli come un'azione dimostrativa.

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