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Covid, Remuzzi: “Nessun allarme, dalla Cina strategia sconsiderata”. Gli errori inammissibili

L’esplosione dei contagi in Cina e il timore della nascita di nuove varianti (in particolare Gryphon) ha portato ad un ritorno degli esperti della pandemia. A parlare al Corriere della Sera è Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e professore ordinario per chiara fama di Nefrologia all’Università degli Studi di Milano: “Siamo in una fase delicata, ma non allarmiamoci prima del tempo. Quello che sta accadendo in Cina  è dovuto alla sconsiderata strategia ‘zero Covid’. Si è puntato tutto sull’isolamento, la campagna vaccinale ha rallentato in modo significativo e il virus ha circolato poco. Dal ‘tutto chiuso’ si è passati improvvisamente al ‘tutto aperto’. In questo modo il virus ha terreno libero perché incontra una popolazione poco immunizzata. È un errore inammissibile a quasi tre anni dall’inizio della pandemia”.

 

 

Il prof. Remuzzi non è particolarmente preoccupato che l’ondata si possa diffondere in Italia: “Il 90% della popolazione over 12 ha completato il ciclo vaccinale e godiamo di un’immunità diffusa. Sappiamo che quella ibrida, data da infezione più vaccino, è l’immunità più efficace. Adesso è estremamente urgente somministrare la quarta dose (e poi la quinta, dopo 120 giorni) agli over 60, poi al resto della popolazione. È importante anche la vaccinazione antinfluenzale. I bambini dai 6 mesi in avanti dovrebbero essere vaccinati sia per Covid sia per l’influenza. È corretto - sottolinea sulla misura di prevenzione voluta dal governo Meloni - testare per Covid i passeggeri provenienti dalla Cina con l’obiettivo di sequenziare le varianti. Se le varianti appartengono tutte alla famiglia di Omicron, come sembrerebbe finora, possiamo stare relativamente tranquilli perché i vaccini proteggono all’80% dalla malattia grave e, in percentuale minore, anche dall’infezione. La situazione sarebbe più preoccupante se comparisse una variante diversa da Omicron o cominciasse a diffondersi in modo massiccio Gryphon (Xbb), e in particolare la sua sottovariante Xbb.1.5, che dai primi dati sembra dare un rischio di reinfezione elevato. Al momento però non c’è da preoccuparsi perché Xbb è al 6% a livello globale e all’1,8% in Italia. Fanno eccezione gli Stati Uniti, dove ha toccato il 13%”.

 

 

“La pandemia ci ha insegnato due cose. La prima è, appunto, l’importanza di una sanità pubblica ben organizzata e la seconda è che previsioni a medio e lungo termine è meglio non farne” il messaggio di Remuzzi rivolto a chi teorizza una nuova catastrofe Covid in Italia.