Covid, torna la paura a Prato in Toscana: "Ora controlli sui cinesi"
Un incubo che sembrava volgere alla sua naturale conclusione. E che invece torna, in tutta la sua carica di angosce, preoccupazioni e ansie. La nuova ondata di Covid proveniente dalla Cina sta creando grande apprensione, soprattutto in ambito politico. Il governo di centrodestra vuole trovare la quadra per evitare di sottovalutare una possibile, nuova variante della pandemia e, al tempo stesso, non limitare la libertà dei cittadini. Soprattutto, non vuol ripetere gli errori del ministro Roberto Speranza. Quando si parla di Cinesi è impossibile non dedicare attenzione alla città italiana col più alto numero di orientali presenti nel nostro Paese: Prato.
Nel capoluogo toscano, ci sono 44.507 cittadini stranieri residenti, a fronte di una popolazione totale di 194.312 persone, ovvero il 22,9%. La comunità cinese è la più numerosa, rappresentando il 14,3% della popolazione totale con i suoi 27.829 cittadini che vivono nel comune posto a metà strada tra Firenze e Pistoia. Numeri importanti, che oggi creano non pochi timori. “Occorre uno screening immediato dei cittadini cinesi che sono rientrati in Italia, non solo in questi giorni e a Malpensa ma anche nei giorni precedenti e nei giorni a seguire - afferma Erica Mazzetti, deputato di Forza Italia - Solleciterò un intervento rapido da parte della Regione Toscana. Quasi tre anni fa, presentai interrogazioni in Parlamento, ma la Regione parlò di razzismo”.
Sul tema è intervenuto anche il capogruppo in Regione Toscana di Italia Viva, Stefano Scaramelli. “La ripresa dei contagi dovrebbe portare le forze politiche a esprimersi favorevolmente sul Mes, a ragionare sull'importanza di investire in salute. Screening isolati e circoscritti non sono una risposta efficace”.
In quel lontano febbraio 2020 l'allora governatore toscano Enrico Rossi, per timore di essere accusato di razzismo, non volle intensificare i controlli sui Cinesi di Prato. Una scelta che gli portò critiche feroci, anche da parte del virologo Roberto Burioni. Parole alle quali l'ex Presidente della Toscana rispose con una frase diventata celebre. “Chi critica le misure toscane, che sono in linea con quanto disposto dal ministero, o non è informato, o è in malafede, oppure si tratta di qualcuno che apre la stura alla propaganda fascioleghista”. Raramente una valutazione politica si rivelò, in poche settimane, così lontana dalla realtà.