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Si sblocca la Roma-Latina: arriva il commissario straordinario
Dopo venti anni di discussioni, progetti naufragati, contenziosi infiniti, ricorsi e controricorsi, i lavori per la costruzione dell'autostrada Roma-Latina potrebbero finalmente prendere il via a breve. A sbloccare una situazione che sembrava ormai compromessa definitivamente è stato un emendamento alla manovra economica proposto dalla deputata leghista Giovanna Miele, approvato la scorsa notte dalla Commissione Bilancio della Camera, il quale prevede la nomina di un commissario straordinario cui spetterà il compito far progredire quanto più velocemente possibile l'iter per l'avvio dei lavori. Lavori che, secondo le prime stime, potrebbero iniziare già all'inizio del 2024, mettendo così fine ad un'attesa lunga oltre un ventennio per quella che è da sempre considerata un'opera assolutamente vitale per il pieno sviluppo del basso Lazio e non solo.
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«L'autostrada Roma-Latina è un'opera assolutamente strategica - ha commentato Miele - e non solo per le due provincie, ma per tutta l'Italia centrale. Un fattore di stabilità, anche economica, per tutti: per le aziende già operanti sul territorio, per quelle che qui vorranno investire e per i cittadini, i quali finalmente potranno spostarsi utilizzando un'infrastruttura degna di un Paese civile, per lavoro ma anche per piacere». Un volano di sviluppo per tutti i territori interessati, dunque, per attivare il quale, secondo Mieli, ad essere determinante è stato proprio il nuovo approccio proposto dalla Lega, diverso per tempi e modalità da quelli messi in atto in passato.
«Siamo riusciti a risolvere una situazione intricata - ha sottolineato la deputata leghista - e a superare il ginepraio di corsi e ricorsi da sempre insiti nel modo di gestire gli appalti in Italia facendo sì che il commissario, in questo caso, sia allo stesso tempo anche stazione appaltante. Questa era l'unica strada per derogare dagli infiniti iter burocratici italiani, che per 20 anni non hanno permesso che iniziassero i lavori».
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Un modello di gestione ispirato sostanzialmente a quello che ha permesso di ricostruire in tempi record il Ponte Morandi di Genova, in cui, ha spiegato Mieli, «i poteri straordinari conferiti al commissario sono stati determinanti nella velocità con cui le procedure di programmazione, pianificazione ed esecuzione furono portate a termine».Tutti elementi che porterebbero a pensare che la a dir poco travagliata vicenda dell'autostrada Roma-Latina sia davvero giunta al bivio decisivo e che nella storia di quest' opera possa finalmente aprirsi un nuovo capitolo.
Una storia iniziata addirittura nel lontano 2001, quando la costruzione di una strada a pedaggi in grado di collegare decentemente la Capitale con il basso Lazio venne, seppur con grave ritardo, riconosciuta come opera strategica e inserita nella «legge obiettivo» dello stesso anno. Ma quello che sembrava un inizio promettente, si sarebbe presto rivelato - come spesso accade in Italia - un fuoco di paglia: da quel momento, infatti, e per i successivi dieci anni, il processo burocratico non si sarebbe mosso di un millimetro, almeno fino al 2011, quando venne indetta una gara in project financing per realizzare l'infrastruttura. Poi, però, altri cinque anni di nulla, fino a quando, nel 2016, vennero aperte le buste con le offerte.
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Da lì in avanti, un profluvio di ricorsi: la seconda «classificata» impugna l'esito dell'aggiudicazione e ricorre al Tar, che però respinge il ricorso; quindi, sarà la volta del Consiglio di Stato, che invece accoglierà il ricorso e, dopo una complicatissima istruttoria, praticamente annullerà l'intera procedura; infine, sarà la società aggiudicataria a chiedere di nuovo un parere a Palazzo Spada per ottenere l'annullamento della precedente sentenza. Una vicenda kafkiana in cui a rimetterci, come sempre, sono stati i cittadini, bloccati per 20 anni di troppo nell'infernale traffico della via Pontina.