censimento
Italia sempre più vecchia: l'età media passa dai 43 ai 46 anni
È una Italia sempre più vecchia, un Paese nel quale calano i residenti e dove, in 10 anni si sono dimezzati gli analfabeti: la fotografia del «Belpaese 2022» è scattata dall'Istat, che ha diffuso i principali risultati della terza edizione del Censimento permanente della popolazione. L'età della popolazione residente continua a salire: dai 43 anni della scorsa rilevazione si è passati ai 46 di oggi. Al 31 dicembre 2021, la popolazione ammonta a 59.030.133 residenti, in calo dello 0,3% rispetto al 2020, pari a meno 206.080 individui. Il decremento di popolazione interessa soprattutto il Centro Italia (-0,5%) e l'Italia settentrionale (-0,4% sia per il Nord ovest che per il Nord est), mentre è più contenuto nell'Italia meridionale (-0,2%) e risulta minimo nelle isole (appena 3mila unità in meno). Roma è il Comune più grande in Italia, con 2.749.031 residenti censiti, mentre è Morterone (in provincia di Lecco) quello più piccolo (con appena 31 abitanti).
In Italia diminuiscono sistematicamente gli analfabeti, le persone che sanno leggere e scrivere ma non hanno concluso un corso regolare di studi, ma anche quelle con la licenza di scuola elementare e di scuola media. Il livello di istruzione della popolazione di 9 anni e più presenta un andamento sempre crescente in corrispondenza dei titoli di studio più elevati, ossia diplomi di scuola secondaria superiore o di qualifica professionale e titoli terziari di primo e secondo livello. Aumentano anche i dottori di ricerca che, tra il 2018 e il 2021, passano da 231mila a quasi 260mila mentre gli analfabeti, che nel 2018 superavano le 346mila unità, si collocano sotto la soglia dei 300mila nel 2021. La quota più significativa di popolazione, pari al 36,3%, è in possesso del diploma nel 2021 (oltre 5 punti percentuali in più rispetto al 2011). In dieci anni si dimezzano gli analfabeti (dall'1,1% allo 0,5%), diminuiscono le persone che non hanno proseguito gli studi dopo il primo ciclo della scuola primaria e aumentano laureati (dall'11,2% al 15,0%) e dottori di ricerca (dallo 0,3% allo 0,5%).
Le donne rappresentano il 51,2% della popolazione residente in Italia, superando gli uomini di 1.392.221 unità. Il rapporto di mascolinità è pari a 95,4 uomini ogni 100 donne. Il più alto si registra in Trentino-Alto Adige (97,7), quello più basso in Liguria (92,6) che è anche la regione con il più alto indice di vecchiaia (267,2).