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Strade, è una mattanza senza tregua: otto morti al giorno. Giovani più a rischio

Carlantonio Solimene
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I dati dicono tanto, ma non tutto. Secondo gli ultimi disponibili, quelli diffusi dall'Istat lo scorso novembre e riguardanti i primi sei mesi del 2022, in Italia la mortalità causata dagli incidenti stradali è in aumento. In cifre, dal 1° gennaio al 30 giugno scorso si sono verificati 81.437 incidenti con lesioni (+24,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) che hanno provocato 1.450 morti (+15,3%) e 108.996 feriti (+25,7%). Se esistesse un bollettino quotidiano, parlerebbe di 8 morti e oltre 600 feriti al giorno. Praticamente una mattanza. I dati del 2021, peraltro, segnavano già una crescita rispetto a quelli dell'anno precedente. Ma è qui che bisogna soffermarsi per interpretarli. Perché il 2020 fu l'anno dei lockdown, con un inevitabile minor utilizzo dell'auto, tendenza peraltro riscontrabile anche nei primi mesi del 2021. Il miglior anno di riferimento per un riscontro, quindi, resta il 2019, ultimo periodo «normale» prima della pandemia. E qui le tendenze si invertono. Rispetto a quel lasso di tempo, infatti, sono in calo sia gli incidenti (-2,6%) che i feriti (-6,8%) e i morti (-5,5%). Sulle strade, quindi, non c'è alcuna emergenza? Dipende dai punti di vista.

 

 

Anche in presenza di una diminuzione degli eventi luttuosi, infatti, non si vede perché non si debba tentare di contrastare ulteriormente l'insorgere di nuove tragedie. E poi ci sono altri dati che vanno considerati. Uno, piuttosto interessante, l'ha svelato il rapporto Dekra sulla sicurezza stradale 2022, dal titolo «Mobilità dei giovani», incentrato sui giovani neopatentati e presentato ieri in Senato. Vi si legge, ad esempio, che nell'Unione Europea gli incidenti stradali nella fascia d'età 18-24 anni causano nel 64% dei casi la morte del guidatore o del passeggero al suo fianco, rispetto al 44% nella popolazione complessiva. I giovani quindi sono più esposti ai rischi estremi del volante, vuoi per una minore esperienza o per una maggiore tendenza a non rispettare le prescrizioni di sicurezza. A livello mondiale, spiega ancora il rapporto, gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 5 e i 29 anni. Non a caso il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a margine dell'evento in Senato, ha detto di ritenere «fondamentale portare l'educazione stradale sui banchi di scuola, istruire i ragazzi fin da giovanissimi sul rispetto delle regole e sulla sicurezza. La prevenzione è la prima arma».

 

 

Secondo il rapporto Dekra, l'educazione stradale e sociale delle nuove generazioni, insieme al consolidamento del sistema valoriale di sicurezza e sostenibilità, sono i focus point su cui è necessario un coinvolgimento congiunto di famiglie, scuole, enti territoriali e aziende coinvolte. Dal Rapporto 2022 emerge l'importanza di supportare il processo di maturità dei teenagers alla guida rendendoli consapevoli dei rischi nel loro lifestyle quotidiano, al fine di formare utenti ragionevoli e responsabili delle nuove strade. In tal senso, vengono identificati come fattori nocivi overconfidence, droga-alcool, smartphone, corse illegali, scarsa esperienza alla guida. Senza contare, infine, che la crescente affermazione della «sharing mobility» comporta la necessità di verificare costantemente lo stato dei mezzi utilizzati. Compito cui, ovviamente, non assolvono i vari utenti che si «passano» di volta in volta il mezzo di trasporto.

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