Meloni mette mano alla Rai. Direttori dei tg e "nuovi innesti", cosa succede
Tra i dossier su cui metterà mano il governo c'è oscuramente la Rai, ma è tutto da capire come e quando Giorgia Meloni interverrà su viale Mazzini. Il tema più caldo è quello dei telegiornali, dopo la nomina di Gennaro Sangiuliano a ministro della Cultura. Serve un nuovo direttore al Tg2, dunque, mentre al Tg1 c'è "una Maggioni sempre più traballante", scrive Dagospia che riporta una serie di retroscena sul servizio pubblico.
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Meloni ha visto l'ad Carlo Fuortes ma dell'incontro è stata fatta una "narrazione falsata, fatta di scontri, aut aut e grande tensione". Secondo Giuseppe Candela, invece, non c'è stato nessun diktat governativo. L'ipotesi si un direttore generale da affiancare all'ad esiste, ma il "papabile" non sarebbe Giampaolo Rossi ma "Roberto Sergio. Il direttore di Radio Rai è considerato in quota Fdi ma ben visto dalla Lega, apprezzato in passato da Gianni Letta e Casini. Sul tavolo anche l'ipotesi Marcello Ciannamea". Detto questo, Meloni avrebbe comunque chiesto a Fuortes "riequilibri e nuovi innesti" in Rai.
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Sorprende, inoltre, il fatto che nonostante i risultati non certo incoraggianti di "Che c'è di nuovo", Ilaria D'Amico "avrebbe ottenuto, grazie anche al suo manager Beppe Caschetto, un contratto biennale che prevederebbe, come già rivelato da Dagospia, un cachet a puntata di 13 mila euro". Non solo: "Se il talk dovesse essere chiuso, lei resterebbe in forza all'azienda. Da ricollocare o, nel caso peggiore, con una parte del contratto da saldare anche senza impegni".
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Per una D'Amico che resta, una Alba Parietti in stand by. Continua a slittare, infatti, la messa in onda di "Non sono una Signora", il drag show destinato al prime time di Rai2. "Gira voce che si tratterebbe di una decisione dell'amministratore delegato Fuortes, presa dopo aver visionato la prima puntata", scrive Dago. Resta da capire il motivo dello stop alla trasmissione che dovrebbe andare in onda, allo stato attuale, nella primavera del 2023.