Il processo
Dopo Salvini, Open Arms attacca la Marina: "Il sottomarino non ci aiutò"
Open Arms passa al contrattacco. La Ong che il primo agosto recuperò una cinquantina di migranti nel Mediterraneo attacca la Marina Militare. Proprio così, secondo Open Arms il sottomarino che quel giorno seguiva i movimenti della nave battente bandiera spagnola avrebbe dovuto agire in altro modo. "Dopo l’udienza che si è tenuta a Palermo, il 2 dicembre, nell’ambito del processo che vede imputato l’ex ministro dell’Interno, oggi ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, accusato di plurimi sequestri di persona e rifiuto di atti d’ufficio, abbiamo ascoltato con stupore e preoccupazione una serie di dichiarazioni, nelle quali si parla di prove nascoste al Parlamento e di una presunta informativa definita 'fantasma' che avrebbe riguardato l’operato della nostra imbarcazione", dichiara la Ong Open Arms con una nota, nella quale ribadisce la correttezza del suo operato nel corso della missione del 1 agosto 2019 finita sotto la lente della magistratura.
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"Tutto questo in riferimento a un video girato dal sottomarino della Marina Militare Venuti, presente al momento del primo soccorso operato dalla Open Arms il 1 agosto del 2019 - precisa la nota - il cui equipaggio, non è chiaro a che titolo o su incarico di chi, anziché soccorrere o quantomeno diramare un’allerta per un’imbarcazione evidentemente in pericolo, si è limitato a filmare il lavoro fatto dai nostri soccorritori. Valuteremo, a tal proposito, se richiedere all’autorità giudiziaria di procedere in relazione a tale omissione di soccorso", aggiunge Open Arms.
La Ong chiarisce che "nel processo si è fatto riferimento ad un file audio che riporterebbe conversazioni in lingua spagnola intervenute tra un membro del nostro equipaggio e una terza persona non meglio identificata. Il video a cui si fa riferimento è già agli atti e dimostra con evidenza che l’imbarcazione da noi soccorsa si trovava in condizioni di instabilità e di sovraffollamento come evidenziato dai consulenti della Procura di Agrigento e come si vede bene anche dal video, girato nella stessa occasione dalla giornalista della TVE spagnola a bordo della nave Open Arms, che chiederemo di acquisire agli atti. I file audio invece devono essere ancora acquisiti e tradotti dal perito nominato dal Tribunale - aggiunge Open Arms - : peraltro appare bizzarro e inverosimile che un trafficante libico si esprima in lingua spagnola». «Ricordiamo che l’unico imputato in questo processo è il Ministro Salvini - precisa la Ong - . Open Arms, parte civile nel processo, ha sempre agito nel rispetto del Diritto Internazionale e della Legge del Mare. Andremo avanti consapevoli che il nostro impegno umanitario sarà un giorno utile a chi dovrà giudicare la Storia di questi ultimi anni per restituire la giusta dignità alle sue vittime".