Inchiesta Open, il ministro Nordio invia ispettori in Procura a Firenze
Il ministro di Giustizia risponde a un question time di Matteo Renzi
Tempi duri per i magistrati convinti di poter disporre della legge come meglio credono. Almeno a giudicare dalle pungenti parole pronunciate ieri pomeriggio del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il Guardasigilli ha replicato ad un question time proposto in Senato da Matteo Renzi e relativo all'indagine sui finanziamenti alla fondazione Open. Ma soprattutto a certe scelte del pubblico ministero fiorentino, Luca Turco, che non hanno convinto affatto il leader di Italia Viva.
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«La conoscenza ufficiale di questi atti è parziale - ha sottolineato Nordio- Gli ulteriori fatti che sono stati enunciati nell'interrogazione saranno oggetto di immediato e rigoroso, sottolineo rigoroso, accertamento conoscitivo attraverso l'ispettorato generale. Questo Dicastero procederà ad una approfondita, sottolineo approfondita, valutazione di tutti gli elementi acquisiti al fine di assumere le necessarie iniziative. L'indagine conoscitiva avrà assoluta priorità nell'attività ispettiva. Le determinazioni che ne deriveranno saranno adottate con la consequenziale rapidità». Un'autentica bomba sganciata sulla Procura di Firenze. Ma anche un monito a tutta la magistratura: la legge va rispettata. Sempre.
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L'ex sindaco del capoluogo toscano, nel suo intervento, ha cercato di evidenziare come la questione Open non riguardi solo i vertici del suo partito. Ma tutti i cittadini italiani. E la tenuta democratica del Paese. «C'è stata una sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio un sequestro fatto nei confronti di uno degli indagati, che si chiama Marco Carrai - ha sottolineato il nativo di Rignano- Potrebbe chiamarsi Marco Rossi, Andrea Bianchi, non importa: un cittadino è stato indagato per due anni, ha dovuto pagarsi gli avvocati, ha fatto ricorso in Corte di Cassazione, le prime due volte la Corte di Cassazione ha annullato la decisione, alla terza l'ha annullata senza rinvio e ha scritto al pubblico ministero e al tribunale: si restituisca il materiale sequestrato senza trattenimento. Il pubblico ministero ha scelto di prendere il materiale e di mandarlo al Copasir, il comitato che si occupa dei servizi segreti in questo Paese. Per noi è eversivo o anarchico oppure è un atto di cialtronaggine da parte del pm».
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Ma il dato più squisitamente politico va cercato nella controreplica del leader di Italia Viva. «Per ottenere giustizia delle volte bisogna fare tanti ricorsi e sostenere tante spese legali. Ecco perché il fatto che si faccia chiarezza sul modo con il quale non i giudici, non i pm, ma alcuni di essi operano è fondamentale per la povera gente, per la classe media, per chi non ha i soldi per fare ricorso in Cassazione».