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Emergenza migranti, l'Italia è il porto d'Europa

Dario Martini

Francia e Germania rinfacciano all’Italia di non essere abbastanza accogliente con i migranti. Anzi, sostengono che loro fanno molto di più. Le cose, in realtà, non stanno così: un terzo di tutti i profughi arrivato nell’Unione europea è sbarcato nel nostro Paese, il vero grande hotspot del continente. Eppure, Parigi e Berlino accusano il governo Meloni di fare solo propaganda. Giurano che il peso maggiore dell’immigrazione pesa sulle loro spalle. A supporto di questa narrazione ricorrono ai dati Eurostat sulle richieste d’asilo, come ha fatto recentemente l’ambasciatore tedesco a Roma, Viktor Elbling, in un tweet: «Da gennaio a settembre 154mila richiedenti asilo in Germania, 110mila in Francia e 48mila in Italia». I numeri, in effetti, sono corretti. Conoscere quante richieste d’asilo sono state presentate è senz’altro utile. Ma non è sufficiente. Basti pensare che a fine 2021 in tutta l’Unione europea - sempre dati Eurostat - erano in sospeso 758.600 domande d’asilo. E su 533mila richieste presentate quell’anno, solo 111mila hanno ottenuto lo status di rifugiato. Le richieste d’asilo, quindi, non permettono di comprendere quali Paesi siano maggiormente esposti ai flussi migratori. Per fare chiarezza bisogna ricorrere ad un’altra fonte: Frontex. L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera proprio ieri ha fornito il quadro degli «ingressi illegali» nel continente. Da gennaio ad ottobre, i migranti che hanno varcato i confini dell’Unione europea sono 275.500 (+73% rispetto all’anno scorso, mai così tanti dal 2016). Un numero, come si nota subito, di gran lunga più basso rispetto alle richieste d’asilo nello stesso periodo. Frontex certifica anche che un terzo di questi ingressi illegali, 85.140 (+59%), è avvenuto attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, ovvero quella che collega la Libia alle coste italiane. Il numero fornito dall’agenzia europea che vigila sui confini europei è in linea con il monitoraggio quotidiano del Viminale, secondo cui nei primi dieci mesi dell’anno sono sbarcati in Italia 85.283 migranti (91.711 contando anche novembre). Molti di più rispetto ai 12.347 profughi che hanno utilizzato la rotta del Mediterraneo occidentale verso la Spagna (altri 14.136, provenienti dall’Africa occidentale sono passati dalle Canarie) e ai 35.343 che hanno attraversato il Mediterraneo orientale verso la Grecia. In totale, quindi, i migranti che hanno scelto il Mare Nostrum per raggiungere l’Europa sono 132.830. I profughi che arrivano in Italia sono soprattutto egiziani, tunisini e bengalesi.

 

 

 

L’altra rotta principale per fare ingresso nella Ue è quella balcanica che con i suoi 128.438 migranti ha registrato un vero e proprio boom: +168% in dieci mesi. I migranti arrivano da Serbia, Bosnia, Montenegro, Albania e Macedonia del Nord, diretti verso l’Europa continentale: soprattutto in Austria, Germania, Francia, Olanda e Belgio. Sono in gran parte afghani e iracheni. Molti utilizzano l’accesso senza visto per viaggiare attraverso l’aeroporto di Belgrado, poi si dirigono via terra verso le frontiere Ue. C’è anche un altro dato da non sottovalutare. I migranti irregolari che hanno attraversato il canale della Manica per raggiungere l’Inghilterra sono stati 62.323, il che rappresenta un aumento del 70% rispetto al 2021. Non è un caso che proprio ieri la ministra dell’Interno britannica, Suella Braverman, abbia strappato un accordo al suo omologo francese, Gerald Darmanin, per rafforzare i pattugliamenti tra Calais e Dover. Tornando all’Italia, nonostante i dati ufficiali dimostrino che il maggior numero di migranti sia sbarcato in Italia, la Francia non fa passi indietro, con il rifiuto ad accogliere altre navi Ong nei suoi porti e con la frontiera tra Ventimiglia e Mentone che resta blindata. Un segnale di distensione arriva dal capo dello Stato Sergio Mattarella che ieri mattina ha sentito telefonicamente il presidente francese Emmanuel Macron. Quirinale ed Eliseo hanno diffuso una nota congiunta per informare che «entrambi hanno affermato la grande importanza della relazione tra i due Paesi e hanno condiviso la necessità che vengano poste in atto condizioni di piena collaborazione in ogni settore sia in ambito bilaterale sia della Ue». Dopo la conversazione con Macron, Mattarella ha sentito Giorgia Meloni per ricostruire le basi di questa «piena collaborazione».