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Lampedusa, nuovi sbarchi di migranti, morto un neonato. Sindaco: "Qui bollettino di guerra"

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Nuovi sbarchi di migranti a Lampedusa. Il cadavere di un neonato è arrivato questa notte sull'isola su un'imbarcazione di migranti. La Procura di Agrigento è a lavoro ma dalle prime informazioni la causa della morte dovrebbe essere ipotermia.

Il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino ha lanciato l'allarme parlando di una situazione da bollettino di guerra e ha chiesto un incontro al governo. "Ieri ho inviato una richiesta di incontro urgente al premier Meloni e al ministro dell'Interno Piantedosi. Ho chiesto loro di vederci a Lampedusa o a Roma per discutere della gestione del fenomeno migratorio e dell'impatto sulla mia comunità" ha spigato il primo cittadino. Sul molo Favaloro gli uomini della Capitaneria di porto hanno sbarcato il corpo senza vita di un neonato. Appena 20 giorni, morto durante la traversata del Mediterraneo insieme alla mamma per ipotermia. "La madre ha detto che sin dalla nascita soffriva di problemi respiratori, era venuta in Italia per farlo curare", dice il sindaco, il cui telefono non smette di squillare. "A ogni ora del giorno e della notte ricevo chiamate dalle forze dell'ordine che mi comunicano l'arrivo di cadaveri - ammette -. Sono numeri da bollettino di guerra e davvero sta diventando pesante, faticoso lavorare cosi". Anche dal punto di vista umano. "Mi auguro che ci sia un'attenzione, un gesto di solidarietà verso questo territorio".  Nella lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri e al capo del Viminale il primo cittadino ha sottolineato una serie di emergenze con cui la più grande delle Pelagie si trova a fare i conti. Questioni legate ai flussi migratori e agli sbarchi che su questo piccolo scoglio in mezzo al Mediterraneo sono quotidiani. "Dal problema delle salme e della loro sistemazione nella camera mortuaria a quello delle barche accatastate al molo e che con il maltempo, come è accaduto tre notti fa, creano un danno ambientale incalcolabile oltre ad aver distrutto il molo". Problemi che, ribadisce Mannino, "non possiamo continuare a gestire da soli, non abbiamo le risorse finanziarie e umane. Serve una struttura commissariale che se ne occupi". 

"Ormai non ci resta che sperare nel maltempo", dice esausto il sindaco, che a proposito del braccio di ferro che si è consumato a Catania tra il Governo e le ong, aggiunge: "Se ci sono delle vite a rischio vanno salvate e poi si ragiona sul diritto e sulla politica. Ma è giusto dare un segnale all'Europa, dove ci si appella alla solidarietà, alla collaborazione tra gli Stati senza di fatto voler cambiare il regolamento di Dublino. È da troppo tempo che si è immobili su questo tema, l'Europa non può pensare che tutto ricada su spalle dell'Italia o, addirittura di Lampedusa. È ovvio, però, che salvare le persone ha la priorità.  Prima di arrivare a bloccare le navi si stabilisca un protocollo. Inutile lasciare le persone a bordo nell'attesa. Le regole ci devono essere ma devono essere umane" ha sottolineato il sindaco. 

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