primi test
Cancro al seno, ecco il vaccino sperimentale contro il tumore
Sono positivi i risultati dei primi test sull’uomo di un vaccino sperimentale contro il cancro al seno. I dati dello studio di Fase I, durato 20 anni, sono stati pubblicati da un gruppo di ricercatori della Washington University di Seattle sulla rivista JAMA Oncology. I risultati indicano che il trattamento è «molto sicuro» ed ora è in corso un più ampio studio di Fase 2 che ha l’obiettivo di testarne l’efficacia. Fino al 30 per cento dei tumori al seno comporta la sovrapproduzione di una proteina chiamata recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2). Questi tumori HER2-positivi sono spesso più aggressivi di altri tipi di cancro al seno, crescono più velocemente e hanno maggiori probabilità di ripresentarsi. Negli ultimi due decenni uno dei trattamenti clinici più efficaci per questo tipo di cancro al seno è stata una terapia con anticorpi monoclonali progettata per bloccare l’attività di HER2 sulle cellule tumorali. Tuttavia, i ricercatori hanno lavorato a lungo su vaccini in grado di «addestrare» il sistema immunitario a colpire queste cellule tumorali HER2-positive.
Questi tipi di vaccini contro il cancro non sono progettati per essere vaccini preventivi, cioè sistemi che impediscano in primo luogo la comparsa dei tumori. Invece, questi sono conosciuti come vaccini terapeutici, somministrati ai pazienti dopo che è stato diagnosticato loro un cancro nella speranza che aiutino il sistema immunitario a distruggere meglio determinati tumori. In questo caso i ricercatori stanno lavorando con quello che viene chiamato un vaccino a DNA.
Questi vaccini forniscono «istruzioni» per la produzione di determinate proteine nel nucleo di una cellula. Quella proteina viene quindi prodotta dalla cellula, innescando una risposta immunitaria. Il vaccino in fase di test spinge le cellule a produrre un frammento specifico della proteina HER2. Questo studio di Fase 1 è iniziato 20 anni fa e ha arruolato in tutto 66 pazienti con carcinoma mammario avanzato HER2-positivo. Sono stati testati tre diversi livelli di dosaggio con lo scopo di valutare la sicurezza a lungo termine del vaccino. Poichè le proteine HER2 possono essere trovate su altri tipi di cellule del corpo, i ricercatori hanno pianificato un follow-up di 10 anni per ogni partecipante in modo da assicurarsi che non vi fossero problemi persistenti di attività immunitaria contro i tessuti sani. «I risultati hanno mostrato che il vaccino è molto sicuro», afferma l’autore principale del nuovo studio, Mary Nora L. Disis, direttore del Cancer Vaccine Institute alla Washington University di Seattle. «In effetti, gli effetti collaterali più comuni che abbiamo visto in circa la metà dei pazienti erano molto simili a quelli che si vedono con i vaccini Covid: arrossamento e gonfiore al sito di iniezione e forse un pò di febbre, brividi e sintomi simil-influenzali», spiega Disis, che conclude: «Ho grandi speranze che siamo vicini ad avere un vaccino in grado di curare efficacemente i pazienti con cancro al seno»