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Twitter, Dorsey fa mea culpa dopo la pioggia di licenziamenti: “Mi scuso con gli arrabbiati”

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“Le persone di Twitter, del passato e del presente, sono forti e resilienti. Troveranno sempre un modo per risollevarsi, non importa quanto sia difficile il momento”. A scriverlo è Jack Dorsey, co-fondatore di Twitter nel 2006 all’indomani del licenziamento della metà della forza lavoro del social network: “Mi rendo conto che molti di voi sono arrabbiati con me. Mi assumo la responsabilità per tutti in questa situazione, ho fatto crescere l’azienda troppo velocemente. Mi scuso per questo”.

 

 

Molti dipendenti attendevano una reazione da parte del loro ex capo e figura carismatica della Silicon Valley, dopo che Elon Musk ha preso il controllo della piattaforma una settimana fa. “Sono grato a tutti coloro che hanno lavorato a Twitter, e voglio bene a ognuno di loro. Non mi aspetto che sia ricambiato in questo momento... O forse mai... E capisco”, conclude Dorsey, con un emoji a forma di cuore, blu come l’uccello simbolo della rete. 

 

 

Venerdì scorso, circa la metà dei 7.500 dipendenti del gruppo di San Francisco sono stati licenziati. Dorsey si è dimesso dal consiglio di amministrazione dell’azienda nel 2022, dopo aver ceduto la posizione di ceo a Parag Agrawal, ex chief technology officer del gruppo, alla fine di novembre 2021. Elon Musk ha assunto il controllo di Twitter giovedì 27 ottobre, dopo una frenetica acquisizione durata sei mesi e ha immediatamente sciolto il consiglio di amministrazione e licenziato Agrawal e altri dirigenti. Musk ha anche tolto l’azienda dal mercato azionario, lanciato grandi progetti con poco preavviso, twittando ogni sorta di promessa. Il capo di Tesla ha finanziato l’acquisizione da 44 miliardi di dollari attraverso contributi personali, prestiti e partner, come il principe saudita Al-Walid bin Talal, che ha contribuito con i quasi 35 milioni di azioni Twitter che già possedeva, diventando il secondo maggiore azionista del sito. Jack Dorsey ha contribuito con oltre 18 milioni di azioni, pari al 2,4% di Twitter, ed è quindi anche parte della nuova holding di Elon Musk.

 

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