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Quante emissioni di Co2, "picco vicino". Il rapporto Onu

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La vetta delle emissioni di CO2 è vicina. Mancano un paio d'anni, e per il 2025 è previsto il picco. Da lì in poi dovrebbe esserci il piano e poi la discesa. Plateau che invece vale per la domanda di combustibili fossili. L'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) nel World outlook energy parla di crisi energetica mondiale senza precedenti. Mentre l'Onu con un nuovo rapporto del suo Programma dedicato all'ambiente (Unep) spiega come si sia perso soltanto del tempo, un "anno sprecato", nelle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici, ed è invece ora di muoversi rapidamente e radicalmente per riformare il modello economico.

Secondo l'Aie, ed è "la prima volta che accade", la domanda globale dei combustibili fossili "mostra un picco o un plateau", ovvero risulta 'piatta' "in tutti gli scenari" presi in considerazione. Un segnale arriva anche dal fatto che "le esportazioni russe in particolare diminuiscono in modo significativo man mano che l'ordine energetico mondiale viene rimodellato". Si tratta per l'Agenzia di una "crisi energetica senza precedenti" che ha messo in evidenza "la fragilità e l'insostenibilità dell'attuale sistema energetico". Ma che "può essere un punto di svolta storico verso un futuro più pulito e sicuro".

"I mercati e le politiche dell'energia sono cambiati a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, non solo per il momento, ma per i decenni a venire - il direttore esecutivo dell'Aie Fatih Birol - il mondo dell'energia sta cambiando radicalmente davanti ai nostri occhi". Sulla questione gas, l'Aie fa presente come "il prossimo inverno" prometta "di essere un momento pericoloso, e un periodo di prova per la solidarietà dell'Ue"; e avverte che "l'inverno 2023-24 potrebbe essere ancora più duro".

Per la prima volta in assoluto, uno scenario del World energy outlook mostra una domanda globale dei combustibili fossili con un picco o un plateau: l'uso del carbone diminuisce nei prossimi anni, la domanda di gas raggiunge un livello stabile entro la fine del decennio e aumentano le vendite di veicoli elettrici", il che tradotto significa che "la domanda di petrolio si stabilizza a metà degli anni 2030 prima di diminuire leggermente alla metà del secolo: in generale la domanda totale di combustibili fossili "diminuisce costantemente dalla metà degli anni 2020 al 2050" al ritmo annuale di un grande giacimento petrolifero. Nello scenario che si basa sulle ultime impostazioni politiche a livello mondiale, gli investimenti globali nell'energia pulita verranno spinti "a oltre 2 trilioni di dollari all'anno entro il 2030, con un aumento di oltre il 50% rispetto a oggi. Nel 2025 viene raggiunto un punto massimo per le emissioni globali". Allo stesso tempo, "i mercati energetici internazionali subiscono un profondo riorientamento negli anni 2020, mentre i Paesi si adeguano alla rottura dei flussi Russia-Europa".

Arriva anche un avvertimento, un altro, da parte delle Nazioni Unite: secondo il rapporto 'The Closing Window' dell'Unep l'ultimo anno è stato "sprecato" nella lotta ai cambiamenti climatici, con progressi scarsi tanto che siamo lontani dai target dell'accordo di Parigi. Come suggerisce il titolo del rapporto, siamo "all'ultima chance" per il clima: servono azioni rapide e una riforma del modello economico. Non c'è infatti ancora un percorso 'vero' verso l'obiettivo di mantenere l'aumento medio della temperatura globale entro gli 1,5 gradi. Tanto che le attuali politiche porterebbero dritti a un aumento oltre i 2,5 gradi, a 2,6-2,8 gradi. Per evitare la crisi del Pianeta, è necessaria quindi una rapida e radicale trasformazione del sistema sia dei mercati finanziari che del modello economico.

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