Listeriosi, l'esperta spiega i rischi per la salute: "Per chi è letale"
È allarme "listeria" in Italia. Dopo gli ultimi richiami del ministero della Salute e l'aumento dei casi clinici di listeriosi alimentare registrati in diverse regioni italiane, dovuti alla contaminazione di alimenti da parte del batterio Listeria monocytogenes, sale l'allerta per questa infezione.
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Il sito affariitaliani.it ha intervistato Maria Mirella Pontello, ricercatrice e docente in pensione che ha insegnato presso il dipartimento di sanità pubblica, microbiologia e virologia della Statale di Milano. Una specialista che vanta ben 147 pubblicazioni sul filone delle malattie veicolate da alimenti, sulla sorveglianza epidemiologica e sulla sicurezza alimentare. "La listeriosi si trasmette per via alimentare ed è un microrganismo ambientale molto diffuso rispetto alla sua propagazione” afferma l'esperta che si sofferma anche sulle categorie di persone più a rischio di contrarre l'infezione. “I casi sono per certi versi poco frequenti ma il problema si pone quando l’infezione colpisce persone che hanno particolari fragilità come la categoria degli anziani – gli ultimi decessi fanno parte di questo gruppo - e degli immunodepressi, ma anche quella delle donne in gravidanza che fisiologicamente sono immunodepresse perché ospitano un non-self (un corpo estraneo all’organismo ndr)" precisa Pontello. Ma quali sono i prodotti alimentari più a rischio? “Con la listeriosi è difficile dire quali sono gli alimenti da eliminare perché si possono contaminare filiere di tutti i tipi. Le più comuni sono quelle del latto-caseario, poi tutto ciò che è insaccato come i würstel ma anche il salmone affumicato. Tendenzialmente si tratta degli alimenti ‘ready to eat’, cioè pronti per essere consumati”.
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Secondo la ricercatrice il pericolo si può ridurre con la cottura degli alimenti. "La listeria è termosensibile e non è uno sporigeno come il botulino. È sempre un equilibrio di rischi, non è che si può escludere dall’alimentazione il prodotto fresco, tuttavia, per le persone che hanno immunodepressioni gravi, come possono avere i trapiantati, bisogna essere molto rigorosi". Si può dire quindi che il batterio della listeriosi è letale per chi è più anziano e ha delle comorbilità “ma non si può escludere del tutto che colpisca persone che non abbiano fattori di rischio”, spiega ancora. Una persona adulta e sana, dunque, “non corre rischi” perché chiunque “ingerisce listeria monocytogenes tutti i giorni" ma "nessuno se ne accorge in quanto passa a livello intestinale e viene sgombrata dal campo con gli equilibri della flora”. Il problema è “quando l’infezione riesce a superare la barriera gastroenterica ed entra in circolo” conclude Pontello.