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Alluvione Marche, cosa è successo. Rabbia e dolore, si scava ancora nel fango

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Si continua a scavare nel fango nelle Marche, dopo l'alluvione che ha tolto la vita a 11 persone. È trascorsa senza esito un'altra notte di ricerche degli ultimi due dispersi nella zona di Barbara, in provincia di Ancona, il piccolo Mattia di 8 anni, rubato dalle braccia della mamma dalla violenta furia dell'acqua, e della 56enne Brunella Chiù. Alla popolazione martoriata è stata dedicata la preghiera di Papa Francesco durante l'Angelus, "per i defunti e i loro famigliari, per i feriti e per chi ha subito gravi danni", "il Signore dia forza a quella comunità".

Novecento gli interventi di 250 vigili del fuoco nel territorio colpito della provincia di Ancona e 100 in quella di Pesaro Urbino. Le squadre sono state impegnate con gli escavatori per la rimozione di fango e detriti. Accanto a loro, protezione civile e volontari lavorano per cercare i dispersi e per dare aiuto alla popolazione sommersa dal fango.

Sono storie di sofferenza e disperazione quelle raccontate dalle persone che hanno visto la loro terra inginocchiarsi dopo la furia violenta dell'acqua. A Pianello di Ostra, una delle zone maggiormente colpite, Carlotta Cellamare ha raccontato a LaPresse che sta vivendo "senza acqua e senza corrente da giovedì. Abbiamo aperto i rubinetti e usciva fango. Stiamo usando l'acqua minerale sia per bere che per farci la doccia. Non è intervenuto nessuno. C'è una situazione invivibile di igiene". "Non ho più la macchina, sono immersa nelle melma. Abbiamo bisogno dell'autospurgo, nessuno ci risponde", ha spiegato, "i primi pasti caldi li abbiamo avuti sabato sera".

Vicino a Carlotta Cellamare abita Michele Baleani, sta cercando di ripulire la sua casa e ha perso tutto, anche l'amato cane. Ora abita dalla madre, "non ho più niente", neanche la macchina, perchè il fiume gliel'ha portata via, ha raccontato a LaPresse, "stavo dormendo, ho sentito un forte rumore, mi sono affacciato e ho visto il fiume che stava arrivando verso casa mia. Sono rimasto intrappolato in casa, sono riuscito a scappare dalla finestra e a salire al secondo piano".

Giusy Testa, invece, è salva solo grazie a uno scivolo, "mi ci sono aggrappata quando l'acqua stava portando via tutto. Ero nel mio scantinato, ho aperto la porta del giardino e sono stata portata via dalla corrente, era violentissima". La paura l'ha paralizzata così tanto che non riusciva a scendere, è stato "uno sconosciuto di Belvedere, non so chi sia, che mi ha salvato la vita".