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Alluvione nelle Marche, tra i dispersi anche un bambino. Nell'inferno di acqua e fango

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Non esiste colore o grado di pericolo, che possa descrivere la bomba d'acqua che nella tarda serata di ieri e per tutta la notte ha colpito le Marche, provocando 10 morti e 3 dispersi. L'unica cosa certa è che le previsioni hanno completamente fallito, bollando come «gialla» una «allerta meteo» che invece si è trasformata improvvisamente in un'alluvione di eccezionale portata, dalla forza e l'intensità devastante. «Una tragedia di enormi proporzioni», secondo il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che ha scritto al capo del Dipartimento della Protezione civile Nazionale, Fabrizio Curcio, per chiedere lo stato di emergenza. Ed è stato proprio Curcio, giunto ieri mattina nelle Marche, a sottolineare come si sia trattato di «un evento molto maggiore rispetto alle previsioni iniziali».

Basti pensare che in poco più di 3 ore, nella provincia di Ancona, è caduta la metà della pioggia di un anno, ben 400 millimmetri. Fossi, torrenti e strade si sono trasformati in fiumi in piena che hanno inondato paesi e campagne lasciando dietro di essi una lunga scia di morte e distruzione. Alcuni ponti sono crollati, le strade sono diventate inagibili, le auto sono state spazzate via da fango e detriti. Molte case sono rimaste al buio, senza corrente elettrica. La gente è dovuta salire sui tetti per non essere portata via dalla furia dell'acqua.

Danni anche in provincia di Pesaro Urbino, in particolare nei Comuni di Cantiano, Cagli, Frontone, Pergola e Serra Sant' Abbondio. Quattro vittime sono state accertate nell'Anconetano a Ostra, una a Senigallia, un'altra a Trecastelli. Altri due morti a Barbara, tra cui un bambino di 8 anni, dove risulterebbero disperse ancora due persone, mamma e figlia di 10 annni. Il piccolo era in auto con la madre, ma sono rimasti bloccati. La donna, secondo quanto raccontato ai soccorritori, sarebbe uscita dall'abitacolo con il figlio in braccio ma sarebbe stata comunque travolta dall'acqua, perdendo di vista il bambino. Sono invece una cinquantina i feriti che si sono recati negli ospedali della regione, mentre ieri pomeriggio si contavano almeno 150 sfollati, numero, questo, destinato probabilmente ad aumentare. La maggior parte delle persone rimaste senza casa è residente nei trenta chilometri che separano i comuni di Barbara da Senigallia, dove il fiume Misa sfocia nell'Adriatico. La macchina dei soccorsi è scattata già nella tarda serata di ieri e per far fronte all'emergenza si è resa pienamente operativa con 220 unità dei vigili del fuoco, che hanno allestito tre posti di comando avanzato nei Comuni di Barbara, Senigallia e Ostra.

Impegnati sul posto anche 100 carabinieri, 50 uomini della polizia di Stato e 30 della Guardia di Finanza, oltre ai volontari della Protezione civile e una sessantina di operatori della Croce rossa. L'esercito ha messo a disposizione due elicotteri per il sorvolo delle aree colpite, riuscendo a recuperare un agricoltore rimasto isolato nel piccolo comune di Cantiano. Rinforzi, per tutta la giornata di ieri, sono continuati ad arrivare da altre regioni come Emilia Romagna e Toscana, la prima con personale della Protezione civile, la seconda con 25 vigili del fuoco. In totale sono state impegnate tra le 600 e le 700 unità e sono state registrate oltre 2.600 le richieste di soccorso al 112.

OSTRA È questo il Comune che paga il prezzo più alto: quattro morti accertati nella frazione di Pianello. Ed è qui che ieri sera, poco prima delle 19, è arrivato il premier Mario Draghi per rendersi conto di persona dei danni per fronteggiare i quali il Consiglio dei ministri ha deliberato lo "Stato di emergenza" e un primo stanziamento di 5 milioni di euro. Tre delle vittime di Ostra, Diego Chiappetti, un idraulico di 52 anni, Giuseppe Tisba, geometra di 65 e il figlio Andrea di 25. I tre stavano cercando di spostare le loro auto dal garage quando sono stati travolti dall'onda di piena del fiume Misa arrivata, come ha raccontato il sindaco Federica Fanesi, «in pochissimi minuti». Fernando Olivi, 82 anni, la quarta vittima «era un anziano con problemi di mobilità. Abitava al primo piano - ha raccontato ancora il sindaco - L'acqua ha sfondato le finestre ed è rimasto intrappolato in casa». Solo ad Ostra si contano un centinaio di sfollati, che ieri pomeriggio sono stati assistiti nel palazzetto dello sport.

SENIGALLIA Anche Senigallia ha dovuto fare i conti con il fiume Misa, esondato dopo che alcuni tronchi hanno ostruito il passaggio dell'acqua sotto ponte Garibaldi. Decine di persone si sono rifugiate sui tetti e sugli alberi fino all'intervento dei vigili del fuoco. Nella primavera del 2015 il Comune era già stato colpito da un'esondazione e nuovi argini erano stati costruiti per tenere a bada il fiume. Nostante questo, alcuni cittadini si aspettavano il peggio, tanto da essersi attrezzati con paratie, poco convinti della tenuta degli argini. Anche le paratie, però, sono servite a poco. Seminterrati, garage e cantine sono stati indondati da un metro di fango e acqua.

ALTRI COMUNI «Situazione drammatica» a Barbara, ha raccontato ieri il sindaco Riccardo Pasqualini. Nel piccolo comune una donna è risultata dispersa e le ricerche sono andate avanti per tutta la giornata. Isolata la comunità di Castelleone di Suasa a causa dell'interruzione di alcuni collegamenti stradali. Cantiano, secondo i riscontri dell'autorità di bacino, è invece il centro abitato su cui si è riversata la maggiore quantità di pioggia. Nel paesino della Provincia di Pesaro Urbino, poco più di 2000 abitanti, sono caduti ben 420 millimetri dalle 15 alle 22.30. Nel tardo pomeriggio di ieri, come confermato dall'assessore alla Protezione civile della Regione Marche, Stefabo Aguzzi, in provincia di Ancona c'erano delle frazioni ancora isolate, in particolare nel comune di Serra Sant' Abbondio». Anche la Regione Umbria si è attivata per chiedere lo stato di calamità.

PROCURA Come atto dovuto si è mossa anche la procura di Ancona, che ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, ipotizzando i reati di inondazione colposa e omicidio colposo. 
di Matteo Vincenzoni

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