non inciderà

Crisi energetica, ecco il piano Ue da 140 miliardi. Ma sono solo briciole contro i rincari

Dario Martini

Ursula von der Leyen si presenta nell'aula dell'Europarlamento accompagnata da Olena Zelenska. La presidente della Commissione Ue insieme alla first lady ucraina. Un messaggio altamente simbolico: quello che siamo costretti a fare è conseguenza della guerra. Von der Leyen, infatti, avvisa la Russia: «Le sanzioni resteranno». Il discorso annuale all'Unione diventa così l'occasione per presentare il piano contro i rincari energetici. Una serie di misure che porterà nelle casse dei 27 governi europei 140 miliardi di euro. Soldi che dovranno essere usati per aiutare famiglie e imprese. Anche se non sembrano poi molti, soprattutto se confrontati con i 173 miliardi messi in campo dalla sola Gran Bretagna per i prossimi due anni. La numero uno di Bruxelles ricorda che «gli Stati membri della Ue hanno investito miliardi per assistere le famiglie vulnerabili. Ma sappiamo che non basta. Per questo proponiamo un tetto ai ricavi delle compagnie che producono elettricità a basso costo», che stanno realizzando profitti che «non avevano neanche sognato. Nell'economia sociale di mercato, i profitti sono buona cosa, ma in questo periodo devono essere condivisi e convogliati verso coloro che ne hanno più bisogno». E poiché «siamo in una crisi da combustibili fossili, anche questa industria ha doveri speciali. Le grandi compagnie petrolifere, del gas e del carbone stanno realizzando enormi profitti. Quindi devono pagare una quota equa. Devono dare un contributo in tempi di crisi. La nostra proposta raccoglierà oltre 140 miliardi di euro che gli Stati membri potranno usare direttamente per mitigare la situazione».

 

 

Saranno i singoli Stati, quindi, a stabilire come usare questi soldi contro i rincari. Il regolamento presentato ieri dalla Commissione adesso dovrà passare il vaglio del Consiglio europeo a maggioranza qualificata. Poi diverrà esecutivo. Come ha spiegato von der Leyen, le misure più significative sono due. La prima è il contributo di solidarietà richiesto alle imprese produttrici di combustibili fossili (petrolio, gas e carbone). Sarà prelevato dagli Stati membri sugli utili che nel 2022 eccedono un aumento del 20% degli utili medi dei tre anni precedenti, con un'aliquota minima del 33%. In poche parole, è la famosa tassa sugli extraprofitti delle grandi compagnie. Il secondo provvedimento è il tetto ai ricavi delle imprese che producono energia elettrica a basso costo (rinnovabili, nucleare e lignite). Verrà stabilito un massimale di 180 euro per megawatt/ora di energia elettrica prodotta sui ricavi di mercato realizzati.

 

 

È tramontato, invece, almeno per il momento, il tetto al prezzo del gas. In compenso, la Commissione propone di ridurre i consumi complessivi di energia elettrica fino al 31 marzo 2023. Una misura che inciderà concretamente nella vita di ogni famiglia. È previsto l'obbligo di ridurre almeno del 5% il consumo lordo di energia elettrica in determinate ore della giornata. «Tale riduzione - si legge nel provvedimento - deve coprire almeno il 10% delle ore mensili. Questo obbligo porterebbe a selezionare in media dalle 3 alle 4 ore per ogni giorno feriale, che di norma corrisponderebbero alle fasce orarie di picco del carico. Si stima che questa riduzione mirata possa portare a ridurre il consumo di gas di circa 1,2 miliardi di metri cubi in 4 mesi, pari a una riduzione dell'uso di gas per produrre energia elettrica del 4% nell'intera Ue nella stagione invernale».