emergenza energia
Caro bollette, la proposta di Assopetroli: termosifoni accesi un mese in meno
Per rispramiare energia bisognerebbe ridurre l’accensione dei termosifoni per 30 giorni. È la proposta di Assopetroli-Assoenergia in una lettera al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. «La progressiva riduzione dei flussi di gas provenienti dalla Russia sta rendendo sempre più urgente per l’Unione europea, e per l’Italia in particolare, l’adozione di un piano di emergenza per ottimizzare i consumi e controbilanciare le ripercussioni negative sui settori produttivi e sui cittadini derivanti dall’aumento del costo del gas e dalla carenza di prodotto».
Leggi anche: Contro l'emergenza energia solo un taglietto al riscaldamento. Al governo mancano le risorse
Da quanto si apprende dagli organi di stampa il Governo, nell’ultima riunione del Consiglio dei ministri, avrebbe ipotizzato la riduzione di 1 ora dell’orario di accensione degli impianti termici e la contestuale riduzione di 1 °C della temperatura massima interna (da 20 a 19 °C), quale misura emergenziale di contenimento dei consumi per la prossima stagione termica. Tali misure porterebbero (secondo l’Enea) ad un risparmio superiore ai 2 miliardi di mc. "Pur condividendo in pieno le finalità dell’intervento del Governo, permangono seri dubbi circa la reale efficacia di tale proposta, che rischia di essere compromessa da una molteplicità di fattori: dalla variabilità dei parametri di analisi utilizzati, all’impossibilità materiale di verificarne l’implementazione, fino all’assenza di misure coercitive e sanzionabili. Pertanto, al fine di implementare un piano concreto e realmente misurabile di risparmio energetico, Assopetroli-Assoenergia invita il Governo a valutare come misura alternativa la riduzione della stagione termica di 30 giorni, da attuarsi mediante l’accensione ritardata degli impianti di 15 giorni e lo spegnimento anticipato di ugual periodo. Tale riduzione, differenziata per zona climatica, si applicherebbe a tutti quegli impianti alimentati con gas metano o con altri vettori che risentono degli effetti (sia sui prezzi che sulla disponibilità) del conflitto russo-ucraino. Tale iniziativa consentirebbe una riduzione del 10% dei consumi annui delle famiglie (circa 1,5 ML di mc di gas), alla quale si sommerebbero ulteriori risparmi conseguibili dalle pubbliche amministrazioni e dal terziario. Si evidenzia però la necessità di procedere con la massima urgenza al posticipo di 15 giorni dell’accensione degli impianti in fascia E (prevista per il 15 ottobre), dalla quale dipenderebbero oltre il 70 % dei possibili risparmi; un mancato intervento tempestivo su questo segmento rischierebbe, infatti, di compromettere gli effetti dell’intera misura. Si evidenzia, infine, il positivo impatto sociale dell’intervento proposto che, riducendo drasticamente i consumi di gas del mese di ottobre, consentirebbe all’utenza di organizzare e pianificare i mezzi finanziari necessari a far fronte alle mutate condizioni di mercato.