guerra economica
Paolo Scaroni vuole un freno alle sanzioni alla Russia: “Così ci guadagnano solo Usa e Norvegia”
Paolo Scaroni sulla falsa riga di Matteo Salvini. L’ex numero uno di Eni ed Enel, attualmente deputy chairman di Rothschild e presidente del Milan, è stato intervistato da Il Sole 24 Ore e si è dilungato sulla crisi energetica e i rapporti tra l’Europa e la Russia: “Quello in Ucraina è un conflitto che passando dagli idrocarburi sta costruendo un nuovo ordine mondiale e che come tutti i conflitti lascia sul terreno anche vittime del fuoco amico. Ci sono paesi, come l'Italia, che ci rimettono moltissimo a causa delle sanzioni, decise a tavoli in cui siedono anche Paesi come Usa e Norvegia che invece da certe strategie hanno solo da guadagnare. Quando in sede Nato si è deciso di percorrere la strada delle sanzioni al tavolo c'erano Paesi molto diversi, qualcuno, come gli Usa e la Norvegia, da certe strategie ha solo da guadagnare, altri ci rimettono moltissimo. Quello che accade oggi era prevedibile, come avrebbe potuto reagire la Russia di fronte a sanzioni pesantissime, se non ricattandoci sul gas?”.
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Scaroni propone una soluzione per far sì che il peso del conflitto ricada su tutti nella stessa misura: “Le posizioni del G7 dovrebbero essere mitigate con forme di compensazione, scambi, aiuti, solidarietà. E mi chiedo dove ci proponiamo di arrivare con questa escalation di sanzioni. Quali risultati vogliamo ottenere dalla Russia? Per ora temo solo che stiamo aumentando il livello dello scontro. Il G7 va avanti sul price cap sul petrolio. Ormai è guerra economica totale e da Mosca è arrivata la prima reazione. Il fermo totale di Nord Stream rischia di creare problemi anche se abbiamo gli stoccaggi pieni per oltre l'80%, "anche se per Italia e Austria c'è qualche difficoltà in meno rispetto alla Germania. Di solito Gazprom quello che dice fa. Credo che la non ripartenza sia dovuta alle ultime dichiarazioni europee sul tetto al prezzo del gas”.
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Quanto sarà difficile il prossimo inverno? Scaroni risponde ad una questione che riguarda da vicino i cittadini: “Molto dipende da come sapremo reagire alla crisi, da quanta solidarietà ci sarà tra i Paesi europei e anche da quanto farà freddo. Ci sono due ordini di problemi, la sicurezza degli approvvigionamenti e i prezzi dell'energia. Sul primo primo fronte l'Italia sta un po' meglio degli altri. Per quanto riguarda i prezzi, quando sono troppo alti finisce che la gente smette di pagare, perché non ce la fa. E allora che fai? Tagli le forniture ai pensionati con la minima? Bisogna assistere chi ha bisogno. Per le imprese bisogna trovare il modo di intervenire, sennò ci saranno conseguenze drammatiche per l'economia. L'unica soluzione semplice mi pare sia quella di fare in modo che chi produce elettricità da fonti diverse poi non la venda allo stesso prezzo di chi la produce con il gas”.