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Omonimo di Marco Rizzo insultato per sbaglio sui social dopo la morte di Gorbaciov

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Dopo la notizia della morte di Mikhail Gorbaciov, il leader di Italia Sovrana e Popolare, ha postato un tweet in cui brindava dicendo : "Era dal 26 dicembre 1991 che avevo aspettato di stappare la migliore bottiglia che avevo...". 

 

 

 

 

Sui social media è scoppiato il putiferio. Il segretario dei Partito Comunista è stato sommerso da insulti per il suo tweet. Ma il problema è che gli insulti non hanno coinvolto solo lui. Ci è finito in mezzo anche un altro Marco Rizzo. Sui social si presenta come "un giornalista, editor e scrittore" che ha passato una brutta giornata. "Fatemi un favore: se dovete insultare me medesimo, però, mettete un disclaimer, siate chiari e soprattutto vi pregherei di trovare dei buoni motivi (ce ne sono eh)". E ancora: "Però "Marco" è il nome che scelse mia mamma. Non lo cambierei mai, anche se dietro quel nome non c'è nessun motivo poetico o nonno Marco: era un nome breve con cui mi avrebbe sgridato in fretta (e così sarebbe stato). Sempre pragmatici, in casa Rizzo". Fino allo sfogo finale: "Ho quasi nostalgia di quando gli insulti per me erano davvero diretti a me (come quello che tengo nella bio, partorito da un seguace di Fusaro e dello pseudo vignettista di quel mondo, ah che tempi signora mia)" e "In questa giornata folle posso capire chi mi tagga per sbaglio, ma chi viene a insultarmi PROPRIO SOTTO i tweet dove preciso che io NON SONO QUELL'ALTRO fa davvero perdere fiducia nell'umanità". Insomma i social hanno colpito ancora...

 

 

      

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