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Nasa, cancellato il lancio del razzo Artemis 1: rinviata la missione per raggiungere la Luna
Il sogno del viaggio sulla Luna è solo rinviato. La Nasa ha cancellato il lancio del razzo Artemis 1 per problemi tecnici: perdite di carburante hanno determinato intoppi e rallentamenti fino alla decisione di rinviare il lancio del razzo. La prossima volta potrebbe essere già il prossimo venerdì 2 settembre, ma tutto dipende dai risultati dei test che saranno effettuati. Così per oggi non vi è stato alcun lancio di razzi verso la Luna da Cape Canaveral, in Florida. La missione sarà il primo volo del progetto Artemis della Nasa, una missione per riportare gli astronauti sulla luna per la prima volta da quando il programma Apollo è terminato 50 anni fa. Sarà, dopo il decollo, una nuova pietra miliare dei viaggi sulla Luna.
Le perdite di carburante, idrogeno altamente esplosivo, hanno reso necessario posticipare il lancio del razzo che sarebbe dovuto avvenire alle 14.30 ora italiana. La perdita di idrogeno altamente esplosivo è apparsa nello stesso punto che ha visto infiltrazioni durante una prova generale in primavera. I tecnici hanno individuato una seconda perdita di idrogeno in una valvola che aveva causato problemi anche a giugno, sempre in fase di prova, ma che la Nasa - come hanno riferito i tecnici - pensava di aver risolto. Il timore era che potesse esserci una crepa sul palco principale del razzo (che sarebbe partito con tre manichini a bordo), grande serbatoio arancione del carburante con quattro motori principali. Solo in un secondo momento, è stato appurato che si trattava di un accumulo di ghiaccio. La Nasa ha ripetutamente interrotto e avviato il rifornimento del razzo Space Launch System con quasi 1 milione di galloni di idrogeno e ossigeno superfreddi a causa di una perdita. Il rifornimento era già in ritardo di quasi un’ora a causa dei temporali al largo del Kennedy Space Center della Florida.
Il razzo sarebbe dovuto decollare per una missione il cui scopo era mettere in orbita una capsula dell’equipaggio attorno alla Luna. La missione di sei settimane avrebbe dovuto concludersi con il ritorno della capsula sulla Terra in uno splashdown nel Pacifico in ottobre. I manichini di prova all’interno della capsula di Orion erano dotati di sensori per misurare vibrazioni, radiazioni cosmiche e altre condizioni durante il volo di shakedown, intesi a sottoporre a stress test la navicella spaziale e spingerla ai suoi limiti in modi che non sarebbero mai stati tentati con gli esseri umani a bordo. L’astronave da 322 piedi (98 metri) è il razzo più potente mai costruito dalla Nasa, superando persino il Saturn V che portò gli astronauti dell’Apollo sulla Luna. Per molti aspetti, i problemi riscontrati oggi hanno ricordato l’era dello space shuttle della Nasa, quando le perdite di carburante a idrogeno hanno interrotto i conti alla rovescia e ritardato una serie di lanci nel 1990. Anche se nessuno era a bordo, migliaia di persone hanno affollato la costa per vedere il razzo volare. Il vicepresidente Kamala Harris e l’astronauta dell’Apollo 10 Tom Stafford erano tra i ’vip’ arrivati per assistere al lancio.