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Torna lo spauracchio dei mercati: spread alle stelle, giù solo quando parla Draghi. "Ora può arrivare a 300"
Nel giorno più lungo del governo di Mario Draghi, al Senato ha ottenuto la fiducia ma a fronte di una maggioranza ormai inesistente, torna l'incubo dello spread e lo spauracchio dei mercati. Il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi chiude a 221 punti, con un rendimento al 3,47%, condizionato dalla crisi di governo. Il "Delta Draghi" impatta sul dato schizzato in giornata fino a 224 punti, dai 206 dell’apertura e dai 204 toccati durante l’intervento del premier in Aula al Senato in mattinata. Il rendimento dei Buoni italiani che, tradotto, è quanto l’Italia paga di interessi per farsi prestare i soldi.
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"La scelta di M5S, Lega e Forza Italia di non sostenere più il governo di unità nazionale con a capo Mario Draghi avrà conseguenze fortemente negative sull’andamento dell’azionario italiano e aumenterà le tensioni sullo spread con un forte rialzo dei rendimenti dei titoli di stato italiani", afferma Filippo Diodovich, senior market strategist di Ig Italia. "Dopo le tensioni di giovedì e le dimissioni di Draghi respinte da Mattarella - sottolinea Diodovich - i mercati avevano scontato che i partiti politici avrebbero trovato un compromesso in extremis per evitare una crisi politica in un momento così delicato per l’Italia sia dal punto di visto geopolitico (guerra in Ucraina e tensioni nei rapporti diplomatici con la Russia) che da quello economico (crisi energetica, requisiti per fondi Pnrr, legge di bilancio, scudo anti-spread e rischi di recessione) e sanitario (nuova campagna vaccinale per la quarta dose)". In sintesi, il timore è che lo spread possa toccare "nel breve termine a 250 punti base e nel medio sui 300".