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Vaccini Covid sprecati, ad agosto scadono tre milioni di dosi. “Fallimento annunciato”

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Gaetano Mineo
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A luglio scadranno 120mila dosi di vaccino anti-Covid-19 ed entro la fine di agosto ne andranno in scadenza altre 3 milioni e 117mila. E ciò mentre l'Ema annuncia che a settembre arriverà un nuovo siero più efficace alla nuova variante Omicron. A rendere più grigio lo scenario, pensa Matteo Basseti che già parla di «flop della quarta dose». Come dire, la macchina italiana dei vaccini s' è inceppata. Ma non per le assunzioni, perché è già pronto a ripartire l'esercito dei vaccinatori. Medici e infermieri decisi a ripopolare i grandi hub dall'autunno. Dunque, la struttura commissariale guidata dal generale Tommaso Petroni corre ai ripari, partendo proprio dalla determina n.17 del 23 giugno scorso con la quale proroga, attraverso cinque Agenzie del lavoro (Manpower, Randstad, Gi Group, Rti Synergie-Umana, Rti Etjca-Orienta), i contratti di lavoro ai vaccinatori in scadenza il 31 luglio al 31 dicembre 2022. Stanziati già 220 milioni di euro per gli stipendi. Una considerazione: la firma di Petroni per le assunzioni dei vaccinatori è stata posta un paio di settimane prima dal via libera del governo alla quarta dose per gli over 60, e questo la dice lunga su ciò che ci attende dal prossimo settembre sulla politica di prevenzione anti-Covid-19 che l'esecutivo Draghi ha in cantiere. Ma per il commissario il vero problema sarà somministrare oltre 3 milioni di dosi in scadenza entro fine agosto.

 

 

Da qui l'affondo di Matteo Bassetti. «Sono molto critico su quanto deciso dal ministero della Salute sulla quarta dose agli over 60 - puntella l'infettivologo genovese -. Andava fatta prima un'anali A scadranno si seria sul perché il 75% di chi poteva farla nei mesi scorsi non l'ha fatta». E incalza. «Ora si pretende che venga fatta sotto l'ombrellone sbotta Bassetti - sapendo che a settembre arriveranno i vaccini aggiornati. Siamo di fronte a un fallimento annunciato, che mette gli over 60 sullo stesso piano dei 90enni». Eppure, per la cronaca, la linea di Bassetti, è la stessa dettata meno di quarantottore fa dall'Ema. «Stiamo lavorando per una possibile approvazione di vaccini adattati a settembre» ha annunciato il direttore dell'Agenzia europea per il farmaco, Emer Cooke, spiegando che «il nostro comitato per i medicinali per uso umano sta attualmente esaminando i dati per due vaccini adattati» a rispondere in maniera più efficace alla nuova variante Omicron del virus Sars-Cov2. «Nel frattempo - ha concluso - è importante considerare l'utilizzo di vaccini attualmente autorizzati come secondo richiamo nelle persone più vulnerabili». Anche l'Organizzazione mondiale della sanità, in Europa, ha raccomandato la quarta dose di vaccino per le persone vulnerabili. Perché, allora l'Italia parte dagli over 60? Forse per svuotare i «vecchi» vaccini dai depositi?.

 

 

«L'immunità naturale sarà sempre superiore a quella conferita da vaccini vecchi», frattanto fa sapere all'Adnkronos Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. Un fatto è certo, abbiamo vaccini in abbondanza ma non le persone a cui devono essere somministrati. Milioni di dosi che vanno ad aggiungersi a quelle che l'Italia ha donato all'estero. Qualche cifra per meglio capire. Dati Covax e che parlano di 61.766.360 dosi (di cui 55.149.620 già consegnate) donate dall'Italia ai Paesi a medio e basso reddito e con bassa immunizzazione. Nel dettaglio, ai Paesi Covax sono state date 14,4 milioni di dosi di Astrazeneca, 25,7 milioni di Johnson & Johnson, quasi due milioni di dosi di Moderna e 7,3 di Pfizer. Altre 4,1 milioni di dosi sono invece state donate tramite accordi bilaterali: 3,6 di Astrazeneca a Tunisia, Libia, Rwanda e Cambogia e 500mila dosi di Pfizer in Zambia. Un atto di generosità? Non proprio, considerato che sono stati donati soprattutto i vaccini con meno «appeal» (AstraZeneca e J&J). In ogni caso, una spesa che non ha dato i frutti sperati.

 

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