effetto guerra
La Russia chiude il gas, il ministro Cingolani rassicura gli italiani: "Non è emergenza"
La corsa contro il tempo per riempire gli stoccaggi in vista di un inverno "delicato", per dirla con le parole del ministro Roberto Cingolani, si complica ancora. Perché il gas che arriva in Italia dalla Russia, già dimezzato a giugno, è calato - come comunicato da Eni - a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno.
Leggi anche: Senza gas russo scattano i razionamenti. Piano d'emergenza: niente lampioni e due gradi in meno
Leggi anche: Putin ci taglia il gas, Gazprom riduce di un terzo la fornitura all'Italia. Spot del governo per ridurre i consumi
Leggi anche: L’Aria che Tira, l’inquietante scenario di Alan Friedman: “Inverno devastante. Putin ammazza il Pil”
Il piano del governo per lo stato di allarme - l'ultimo dei tre step del piano di emergenza, al momento siamo al secondo - prevede una serie di mosse, a partire dal razionamento della fornitura, in primis per le industrie con 'contratti interrompibili' di natura commerciale, e poi il riportare a pieno regime le centrali attualmente attive, l'aumento delle importazioni. Ma intanto per ora non è necessario nessun piano di emergenza, assicura il ministero, e lo stato di allerta più alta non scatta. Il piano di diversificazione delle forniture di Gas e di raggiungimento dell'indipendenza energetica dalle forniture russe "prosegue pertanto secondo quanto già annunciato", con "la sostituzione dei circa 30 miliardi di metri cubi importati annualmente dalla Russia in maniera progressiva già a partire da quest'anno con un iniziale apporto di circa 6 miliardi di metri cubi da altri Paesi, che aumenteranno a circa 18 miliardi nel 2023 per stabilizzarsi a circa 25 miliardi di metri cubi nel 2024" mentre agli altri 5 si sopperirà con la forte crescita delle installazioni di sorgenti rinnovabili e dalle misure di efficientamento e risparmio energetico".