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Strage sulla Marmolada. Valanga di neve, ghiaccio e roccia: almeno sei morti e diversi dispersi

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Angela Barbieri
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La Marmolada, la Regina delle Dolomiti, si scioglie come burro e travolge chi l'attraversa, alla ricerca, ormai disperata, del suo «cuore» di ghiaccio: è di sei morti, 8 feriti ricoverati in ospedale e diversi dispersi il bilancio provvisorio del distacco di un seracco dalla calotta sommitale, sotto Punta Rocca in Trentino. La valanga di neve, ghiaccio e roccia, nel suo passaggio, ha coinvolto anche il percorso della via normale, mentre vi si trovavano diverse cordate. Degli otto feriti, due sono stati trasportati all'ospedale di Belluno, uno più grave a Treviso, cinque a Trento. Non si conosce ancora il numero definitivo di alpinisti coinvolti. I soccorsi sono difficili: per il rischio di nuovi distacchi l'elicottero di Trento provvede alla bonifica dell'area con Daisy Bell, che consente distacchi pianificati delle valanghe, per scongiurare così il più possibile il pericolo per gli operatori. Sul posto gli elicotteri del Suem di Pieve di Cadore, di Dolomiti Emergency di Cortina, di Trento, della Protezione civile della Regione Veneto, dell'Air service center e le stazioni del Soccorso alpino bellunese e trentino. Lavorano finchè non arriva il buio. Riprenderanno stamattina.

 

 

Le alte temperature in quota sono ritenute le principali responsabili di quanto accaduto, e su questo si trovano concordi chi la montagna la conosce di persona per esservi cresciuto, chi ha a che fare con essa per ragioni scientifiche e, infine, chi in politica è chiamato a trovare soluzioni. «Sono salito più volte sulla Punta di Rocca- ha detto l'alpinista Reinhold Messner - ma non vado lì da tanti anni. Il ghiaccio lì è quasi tutto andato, non c'è più ghiaccio. Questi seracchi cadono, certo, per la gravità, mala causa vera, originaria, è il caldo globale, che fa sciogliere i ghiacciai e rende più probabile che si stacchi un seracco». Il crollo è avvenuto nel tratto che da Pian dei Fiacconi porta a Punta Penia lungo la via normale che porta alla vetta. «Lì, poiché non c'è quasi più ghiaccio - ha aggiunto Messner - il seracco non deve essere molto grande. Ciò che è accaduto lì, accade ogni giorno in tutti i ghiacciai». Per la scienza, quello avvenuto sulla Marmolada è un «evento destinato a ripetersi», determinato dalle alte temperature. «Da settimane - spiega Renato Colucci, glaciologo del Cnr - le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l'inverno scorso c'è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali. Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall'Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una "pancia": infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri».

 

 

Il crollo è avvenuto «nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c'è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base. Non siamo ancora in grado di capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, mala portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute». Inoltre, aggiunge Colucci, l'atmosfera e il clima »soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota sono in totale disequilibrio a causa del "nuovo" clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione». Intanto la Procura della Repubblica di Trento ha aperto un fascicolo d'inchiesta. Il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti, è disastro colposo.

 

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