Paese folle
Adesso ci tolgono pure il biliardino. Per il fisco è come il videopoker, balneari infuriati: "Paese folle"
Addio a biliardini e ping pong negli stabilimenti della costa laziale, almeno per ora. Questo l'infausto effetto generato da una determinazione del 2021 disposta dall'Agenzia delle Dogane, la quale obbliga i gestori di locali pubblici, siti balneari compresi, a produrre entro il 15 giugno 2022 un'autocertificazione per ottenere un «nulla osta di esercizio» sugli «apparecchi d'intrattenimento», pena una sanzione di ben 4mila euro. Alla stregua dei videopoker o delle slot machine, per installare un biliardino ci sarebbe insomma bisogno di un'autorizzazione specifica che certifichi il corretto funzionamento dell'apparecchio.
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Una novità arrivata all'improvviso attraverso il tam tam dei social, che ha costretto molti gestori dei lidi laziali a riporre in fretta e furia nei magazzini i tradizionali giochi da spiaggia per evitare di incappare in multe salatissime, in attesa che vengano chiariti i termini della questione. «Non siamo stati messi in condizione di metterci in regola, perché nessuno ci aveva avvertito della necessità di avere un nulla osta - ha raccontato Roberto Topa del Tucano Beach di Ardea. Abbiamo saputo tutto dai social, e così siamo stati costretti a rimuovere i giochi per evitare di prendere una sanzione pesante.
Questa è per noi una novità, novità che ha tutta l'aria di essere l'ennesima direttiva vessatoria nei nostri confronti».
C'è sconcerto e delusione tra i balneari, i quali, dopo la battaglia sul ddl concorrenza, si trovano ora a dover affrontare un ulteriore problema, come sottolineato da Angelo Cavola, Vicepresidente Sib Lazio e rappresentante dello stabilimento Roma: «A me pare assurdo che lo stato voglia lucrare persino su una cosa come il biliardino, cioè su un gioco utilizzato dai ragazzini. Mi sembra scorretto, come è scorretto che si continui a colpire un settore già alle prese con mille problemi come quello degli stabilimenti balneari. Nel mio lido ho tolto biliardini e ping pong e per ora l'unico risultato è che ci sono decine di bambini che non possono più giocare tra loro». «Siamo in un Paese folle che equipara il calcio balilla al gioco d'azzardo - ha aggiunto Daniela Direnzoni, Vicepresidente Fiba e gestore del lido Riva Azzurra. Nel mio stabilimento sono stata costretta a trasferire i nostri tavoli da calcio balilla nel magazzino, quasi fossero cose illegali. Un'assurdità». E a poco sono servite le precisazioni giunte ieri dall'Agenzia delle Dogane, la quale ha fatto sapere che «esiste un'imposta che riguarda questi apparecchi da quasi 20 anni» e che con la nuova determinazione avrebbe «semplificato un obbligo di legge del 2012 in una autocertificazione».
Secondo Antonio Capacchione, presidente Sib, infatti, le dichiarazioni dell'Agenzia sono state tutt' altro che chiarificatrici: «Ho letto che l'Agenzia delle Dogane ha dichiarato che questa norma fosse in vigore da diverso tempo. Be', non è così. Il nulla osta per questo tipo di giochi, e la relativa assurda sanzione di 4mila euro, è una novità di quest' anno». «Dire che non sia cambiato nulla - ha concluso Capacchione- è una bufala bella e buona. Sarebbe giusto che almeno lo Stato fornisse le informazioni in modo chiaro e corretto, dicendo chiaramente che l'autocertificazione per ottenere il nulla osta per i biliardini è una procedura introdotta nel 2022 e non prima».