fiume in secca

Il Po è in situazioni drammatiche e ai minimi storici. Chiesto il razionamento dell’acqua

Si fa drammatica la situazione nel bacino padano, ‘giacimento’ del made in Italy agroalimentare. Nella perdurante assenza di piogge, si è ormai alla vigilia di scelte drastiche per garantire una portata del fiume Po sufficiente ai prelievi a uso potabile e a contrastare la risalita del cuneo salino, che sta alterando gli equilibri ambientali nel delta, inaridendo i territori. Dalla sorgente alla foce, non solo i flussi in alveo sono largamente al di sotto di quanto registrato in anni recenti, ma a Pontelagoscuro, con 301,6 metri cubi al secondo, si è scesi abbondantemente sotto il precedente minimo storico, fissato a mc./sec. 320.

 

 

«A fronte di tale emergenza, chiediamo l’immediata attivazione di una cabina di regia, che ricomprenda i principali organi tecnici e politici, per valutare, nel rispetto delle priorità di legge, tutte le possibili soluzioni e conseguenti azioni in materia di rilasci e prelievi idrici in alveo, governando le inevitabili problematiche, che ne seguiranno», dice Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi). Le prossime settimane saranno le più critiche per le colture in campo e uno stress idrico ne pregiudicherebbe la resa o potrebbe addirittura causare, in alcuni territori, la perdita parziale o totale della produzione.

 

 

Inoltre i gestori delle reti chiedono un razionamento dell’acqua, di evitare sprechi (tipo innaffiare giardino e riempire piscine), e di rallentare l’erogazione nelle ore notturne. La richiesta riguarda circa 125 Comuni della valle del Po, da quelli piemontesi (più numerosi, circa un centinaio), gestiti soprattutto da Smat, a quelli lombardi (circa 25) gestiti da Uniacque. «È necessario che tutti i cittadini delle zone interessate interrompano l’uso dell’acqua potabile per gli usi non essenziali quali, per esempio, irrigazione di giardini privati e pubblici, lavaggio dei piazzali e automobili, riempimento di piscine» la richiesta dopo la crisi idrica.