tracollo economico
Ora l'Ucraina rischia il default, Zelensky si gioca tutto. Federico Rampini e i segnali di una ritirata dell'Occidente
L’Ucraina ha abbastanza munizioni ma ha bisogno di armi a lungo raggio. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando con i giornalisti durante un incontro in videoconferenza, torna a chiedere all'Occidente di accelerare sull'invio, promesso, di sistemi missilistici più potenti. Ma il gap nelle dotazioni belliche non è l'unica cosa che spaventa il leader ucraino, con le voci sempre più pressanti che vedono un default economico all'orizzonte per Kiev. Federico Rampini, editorialista del Corriere della sera, affronta le prossime sfide della leadership ucraina e del ruolo delle forze occidentali nel corso della puntata di martedì 14 giugno di Tagadà, su La7.
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Zelensky moltiplica gli appelli perché non ha armi a sufficienza o gli arrivano in ritardo e gli aiuti non bastano, sintetizza il giornalista che invita a non sottovalutare la "partita economica" che sottosta alla guerra giunta al 111* giorno di combattimenti. "C'è la possibilità di una bancarotta dell'Ucraina. Anche gli ucraini che fanno la scelta coraggiosa di tornare in patria trovano un Paese a pezzi, fallito. La distruzione c'è già stata", spiega Rampini. "Noi occidentali che subiamo solo conseguenza economiche da questa guerra, perché non abbiamo le case bombardate e i familiari uccisi, già ci stiamo dividendo", afferma il giornalista che vede segnali di "noia, assuefazione" e anche "di ritirata" dall'impegno di aiutare una vittima aggredita.
Intanto sullo scacchiere internazionale un negoziato sembra ancora lontano, nonostante le timide aperture. "Non è in agenda" un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Joe Biden, ha chiarito il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, che fa sapere, tuttavia, che non è invece escluso un incontro tra Putin e Zelensky. Un vertice che "va preparato molto attentamente", afferma l'esponente del governo russo.