Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

La rivincita del Cnel. L'ex ente inutile ora assume nuovi funzionari

Dario Martini
  • a
  • a
  • a

Il Cnel era diventato l'emblema dell'«ente inutile». Il «carrozzone» per eccellenza. Tutti lo volevano chiudere. Il simbolo degli sprechi, con la sua prestigiosa sede di Villa Lubin incastonata nel verde di Villa Borghese. Tanto che nel 2016 il referendum sulla riforma costituzionale di Matteo Renzi ne prevedeva la cancellazione. Si sa come è andata. Il tentativo fallì. E da lì è iniziata la sua rinascita. Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, che ha il compito di fornire consulenza alle Camere e al Governo e dispone anche dell'iniziativa legislativa in ambito economico e sociale, ha iniziato a darsi da fare. I pareri e i disegni di legge sono iniziati a fioccare. L'attività si è intensificata. Durante la nuova gestione, che vede presidente Tiziano Treu (ministro del Lavoro prima e dei Trasporti poi nella seconda metà degli anni '90), questo organo di rilievo costituzionale è tornato centrale. Soprattutto, con il governo di Mario Draghi che lo ha coinvolto nel monitoraggio del Pnrr. E ora, visto che la mole di lavoro è aumentata, ha iniziato a fare nuove assunzioni.

 

 

Fa un certo effetto se si pensa che anche i 5 Stelle, sotto il governo Conte, hanno provato ad abolire il Cnel. Prima ancora del referendum avevano provato ad abolirlo anche con la Bicamerale di D'Alema nel 1997 e con la commissione per le riforme costituzionali, ribattezzata dei «dieci saggi», del 2013. L'ex ente inutile, però, ha sempre tirato dritto. Dall'anno della sua fondazione, il 1958, ha presentato 44 disegni di legge al Parlamento. Ventuno di questi, però, esattamente la metà, sono arrivati nel corso dell'ultima legislatura, dal 2018 in poi. In questo periodo è cresciuta anche l'attività consultiva: 33 pareri, 165 documenti di osservazioni e proposte, 10 rapporti/relazioni, 12 ordini del giorno e 19 quaderni scientifici. Ed è riuscito a far approvare anche la legge che introduce il codice unico dei contratti collettivi nazionali e quella sul welfare del lavoro autonomo. Negli anni in cui tutti i partiti lo volevano chiudere, diversi dipendenti si erano fatti trasferire in altri settori della pubblica amministrazione. Così l'organico è sceso a 58 dipendenti.

 

 

Adesso, i vertici hanno deciso di assumere. Il primo bando, per colmare tre posizioni di "area B" e tre di "area C" risale al 14 marzo. È rivolto al personale in servizio presso altre amminstrazioni pubbliche. I candidati verranno scelti in base ai curricula e ai colloqui migliori. Altri tre posti sono stati messi a bando pochi giorni fa, il 23 maggio. In tutto fanno 8 assunzioni, il 13% dell'organico. Forze nuove che aiuteranno l'ente guidato da Treu ad affrontare, oltre alla consueta attività, anche i compiti che gli ha affidato Draghi. Lo scorso anno, infatti, ha iniziato ad occuparsi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si occupa del monito raggio dell'attuazione e dello stato di avanzamento dei progetti del Pnrr, «per verificarne la coerenza con gli obiettivi e per indicarne le integrazioni e adattamenti che si rendessero necessari». Lo scorso novembre il presidente del Cnel è stato scelto da Palazzo Chigi anche per coordinare «il tavolo per il partenariato economico, sociale e territoriale», organismo che deve appunto sorvegliare l'impiego dei fondi che arrivano da Bruxelles.

 

Dai blog