a macchia d'olio

Vaiolo delle scimmie, "contagi non solo a trasmissione sessuale". L'Europa pensa al vaccino

Giada Oricchio

Il vaiolo delle scimmie si diffonde in tutta Europa. Come si manifesta? E come ci si può contagiare? Dopo i diversi casi accertati in Gran Bretagna, Spagna e Portogallo, la malattia infettiva è arrivata anche a Roma e adesso l'Europa teme l'epidemia

“Il quadro clinico è risultato caratteristico e il Monkeypox virus è stato identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee al vaglio dei medici” hanno dichiarato i sanitari dello Spallanzani. La trasmissione del vaiolo delle scimmie può avvenire per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva, il contatto con mucose lesionate, ferite e liquidi biologici infetti. Si tratta di una malattia molto rara i cui sintomi principali sono febbre, mialgia, linfoadenopatia e un’eruzione cutanea bollosa su mani e viso, simile alla varicella. Il contagio da uomo a uomo del virus ha un periodo di incubazione che va da un minimo di 7 giorni a un massimo di 21.

Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha dichiarato all’Adnkronos Salute: “Avevo previsto dei casi in Italia perché Spagna e Portogallo sono dietro l'angolo. Ora è un problema europeo e globale, dobbiamo fare molto bene il tracciamento e fermare un focolaio che è partito. Una cosa positiva è che chi è vaccinato per il vaiolo dovrebbe essere coperto, ma questa vaccinazione non è stata più fatta dagli anni ‘70. Una parte importante della popolazione potrebbe essere scoperta”.

Bassetti ammonisce: “Non c'è una cura specifica per il vaiolo, in genere queste forme si autolimitano, hanno una durata e poi si risolvono. I rischi sono quelli di un'infezione intra-umana, ovvero che ci possa essere trasmissione a più persone. Abbiamo avuto cluster soprattutto tra persone omosessuali”.

Anche la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, invita a non aver panico: “Serve massima attenzione. Per ora si tratta di casi isolati, l’importante è che vengano circoscritti ora”.

Dello stesso avviso, il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'università Statale di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi, che di dice preoccupato ma non allarmato: “Al momento è necessario solo procedere correttamente con segnalazioni tempestive e un'attenzione specifica nei laboratori. Facciamo attenzione ai casi sospetti e attiviamo una rete nazionale di segnalazione come per le epatiti pediatriche acute”.