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L'aria che tira, la parlamentare ucraina sorprende tutti: all'Azovstal nessuna resa. Donbass, negoziato impossibile

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Come ha detto Silvio Berlusconi l'Ucraina dovrebbe ascoltare le proposte di Vladimir Putin per raggiungere una pace? L'approccio pragmatico del Cav viene respinto da Maria Mezentzeva, parlamentare ucraina eletta nello stesso partito di Volodymyr Zelensky, "Servitore del Popolo ", intervenuta sabato 21 maggio a L'aria che tira, il programma di La7. 

 

Anzi, per la parlamentare quella dl'acciaieria Azovstal di Mariupol "non è stata una resa da parte degli ucraini ma  un ritiro di quei soldati che erano già feriti è che hanno difeso la città anche per di più di 87 giorni, perché la guerra iniziata nel 2014", afferma la parlamentare secondo cui "Mariupol ha fatto la sua scelta, ha scelto di essere europea". Mezentzeva fa sapere che" moltissimi altri deputati che fanno parte del mio partito stanno partecipando ai negoziati" per una risoluzione del conflitto. L'Osce, la Francia, la Germania, lo stesso Mario Draghi, "hanno fatto tentativi per avviare un negoziato" ma per la parlamentare ogni trattativa non può partire dalle richieste della Russia. Sui quattro punti su cui ha lavorato la Farnesina guidata da Luigi Di Maio che comprende l'autonomia delle aree contese, come il Donbass, Mezentzeva sottolinea come dall'inizo della guerra oggi l'Ucraina ha una forza militare molto maggiore.

 

"I confini dei Paesi li ha stabiliti la Costituzione del 1991 e includono Crimea e Donbass, ora ci sono altre città sotto assedio". In altre parole, la distanza tra i dei contendenti man mano che prosegue la guerra non sembra accorciarsi. Tutt'altro. 

 

 

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