fuori dal coro
Fuori dal coro, “poca trasparenza sui vaccini”. Maria Rita Gismondo: “Quarta dose? Ecco per chi è inutile”
Maria Rita Gismondo torna a parlare delle polemiche sui vaccini in Italia. La direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano è ospite della puntata del 17 maggio di Fuori dal coro, programma di Rete4 condotto da Mario Giordano, e fa capire come avrebbe gestito la comunicazione della campagna vaccinale: “Io penso che il peccato originale di tutte queste cose sorte intorno ai vaccini e il fatto che ci sia stato un atteggiamento scettico da parte di qualcuno è proprio la mancanza di trasparenza. Dall’inizio dovevamo dire che visto il disastro e il dramma che stavamo vivendo era necessario affrettare una ricerca che sicuramente ci avrebbe portato ad approfondire caratteristiche dei vaccini che non c’era stato tempo di approfondire. Abbiamo conosciuto che non ci coprivano per un anno ma solo per quattro mesi, la fascia di età, sopra i 50, sotto i 50 anni e tutto il resto. Tutto questo non ci avrebbe stupito se sin dall’inizio ci fosse stata trasparenza. Pubblicare documenti con questo mistero non fa altro che dare alla gente insicurezza e sfiducia e in questo momento, a cavallo tra emergenza e normalità, non abbiamo bisogno di sfiducia della gente, che deve credere a noi e alle istituzioni quando diamo consigli”.
Leggi anche: Covid, terza dose di vaccino anche ai bambini fino agli 11 anni: via libera dell’Fda negli Usa
Giordano poi sposta l’argomento sulla quarta dose, con alcuni esperti che dicono di aspettare per fare il secondo booster, mentre il ministro della Salute Roberto Speranza chiede di accelerare con le somministrazioni: “Dobbiamo distinguere due fasce di popolazione. Se parliamo di soggetti fragili che hanno coperture più brevi e rischiano, potrebbe essere plausibile una quarta dose. Ma per chi è in buona salute fare una quarta dose oggi non è assolutamente utile. Oggi facciamo un vaccino, sarà efficace tra venti giorni a giugno, con una circolazione del virus bonaria o inesistente, poi ad ottobre non saremo più coperti e dovremo fare una nuova vaccinazione. Aspettare un vaccino aggiornato e magari, visto il tempo di sperimentazione, che possa coprire per un tempo maggiore, credo che - conclude la virologa - fondato”.