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Guerra Ucraina, Paolo Magri e il sospetto sulla strategia inquietante: "Anche Zelensky non vuole la tregua"
Non è ancora arrivato il tempo della tregua. Non la vuole la Russia tantomeno l'Ucraina. Il presidente Zelensky adesso è concentrato sugli aspetti militari della controffensiva e per Kiev fermare ora le ostilità darebbe il tempo a Mosca di riorganizzarsi. Ne è convinto pure Paolo Magri, vice Presidente Esecutivo e Direttore dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e docente di Relazioni Internazionali. "Anche l'Ucraina non vuole la pace" sostiene il professore ospite a "Omnibus" lunedì 16 maggio evidenziando che il titolo usato dalla trasmissione coglie in pieno il momento del conflitto, giunto al giorno numero 82. "Il sospetto - dichiara l'esperto in collegamento - è che con il vento in poppa gli ucraini non vogliano fermarsi". Nonostante l'America spinga per la richiesta di cessate il fuoco che significherrebbe un ultimatum a Mosca mentre la Finlandia ufficializza la richiesta di adesione alla Nato e l'Alleanza atlantica è convinta che Zelensky possa vincere la guerra scoppiata il 24 febbraio scorso dopo l'invasione russa.
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Le parole di Paolo Magri confermano il sospetto che è come una doccia fredda ma la conduttrice di Omnibus Alessandra Sardoni interrompe l'ospite per precisare: "Anche, una congiunzione che va usata e sottolineata - dichiara - Soprattutto in questo momento. Dunque, anche gli ucraini ma non solo loro non vorrebbero la tregua. Ci tengo a precisarlo".