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Alessandro Orsini, il monologo a teatro: Draghi vassallo di Biden, in Italia propaganda come in Russia

Luca De Lellis
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“Il mio augurio è che il Paese possa prendere una posizione pacifista, avviando un nuovo processo politico che inneschi un dialogo costruttivo”. Alessandro Orsini ha espresso una volta in più la sua posizione in merito alla guerra in Ucraina. In una Sala Umberto di Roma tutta esaurita per lo spettacolo “Ucraina. Tutto quello che non ci dicono”, il professore di sociologia del terrorismo, martedì 10 maggio, ha ricostruito in modo completo la sua versione dei fatti: “Se l’Italia non si sgancia dalle politiche belliciste non avremo neanche la speranza. Il governo Draghi è completamente infeudato alla Casa Bianca”. Una critica forte all’esecutivo dell’ex Presidente della Banca Centrale Europea, che secondo lui sarebbe asservito alle volontà di Biden di arrivare a una resa incondizionata della Russia.

 

Nelle parole di Orsini però c’è un filo di ottimismo. Uno spiraglio offerto dalla ribellione ideologica della maggioranza dei gruppi politici. Matteo Salvini e Giuseppe Conte su tutti si sono schierati deliberatamente contro l’invio di nuove armi in sostegno dell’esercito del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Sono fiducioso perché i leader di partito stanno criticando le azioni della Nato e dell’Europa”. Poi un elogio alle parole del presidente francese Emmanuel Macron: “Ci fosse una pace con Mosca non bisognerebbe umiliare la Russia, la penso come Macron. È un pensiero profondo che fa ben sperare e si distacca dalle volontà americane”. Non manca una battuta al veleno sull’informazione vigente nella penisola e non solo: “In Italia i fatti vengono riportati in maniera distorta. Durante una guerra la propaganda, sia in Russia, sia in Italia o in altri paesi, viene manipolata in base agli interessi politici che si vogliono perseguire”.

 

Proprio in virtù di questo scadente sistema mediatico dipinto da Orsini, il dibattito pubblico italiano si è polarizzato: “Con l’invasione della Russia in Ucraina, l’Italia si è divisa in due blocchi contrapposti: da una parte chi pensa" che Vladimir Putin "ha invaso perché è pazzo, e dall’altra coloro che come me pensano che ci siano delle cause profonde”. Non è in discussione che la “Russia abbia colpe gravissime”, ma non per questo “l’Occidente non le ha”. Queste le parole dello studioso a conclusione del proprio monologo, che ha avuto come ospiti d’eccezione anche l’attore Sergio Castellitto e l’ex esponente del Movimeento 5 Stelle Alessandro Di Battista.

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