Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Tg2, stella a 5 punte nell'ascensore della redazione: esplode il caso Brigate Rosse. Indaga la Digos

Esplora:

Pietro De Leo
  • a
  • a
  • a

Un gesto intimidatorio orribile, l’effige di una delle pagine peggiori della nostra storia patria che entra nel cuore del servizio pubblico d’informazione. E’ la stella a cinque punte, simbolo delle Br, che ieri sera è stata rinvenuta impressa all’interno di un ascensore della redazione del Tg2, a Saxa Rubra. Il Comitato di Redazione del giornale ha vergato un comunicato sull’accaduto, su cui indaga la Digos, e “respinge ogni tentativo di minaccia nei confronti della redazione. Il ritorno a tempi bui pervasi dalla violenza non ci sarà: con il lavoro quotidiano le giornaliste e i giornalisti del Tg2 dicono no alla violenza”.

La notizia è rimbalzata ieri sera, prima di cena,  nei lanci d’agenzia e da lì si innesca il circuito di reazioni del mondo politico che si stringe attorno al direttore del notiziario, Gennaro Sangiuliano, e la sua redazione. Matteo Salvini scrive: “nessuno spazio al fanatismo e all’intimidazione dei giornalisti”. Giorgia Meloni osserva: “L’informazione libera è un pilastro indiscutibile della democrazia”.

Da Forza Italia, Antonio Tajani dichiara che questa minaccia “non può passare in silenzio e non deve essere sottovalutata”. Ancora da Forza Italia, Maurizio Gasparri ragiona: “non penso che siano risorte le Br, ma che sia spuntato il loro simbolo nell’ascensore del Tg2 dopo le polemiche sul direttore Sangiuliano e le maniacali e infondate denunce e contestazioni di esponenti politici non è casuale”.

Posizione similare, a sinistra, anche da parte del presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: “Dopo gli attacchi politici subiti in questi giorni, oggi arriva una grave minaccia, un gesto intimidatorio proprio nella sede della redazione”. Ancora dai pentastellati, uno dei primi a dichiarare è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che definisce “semplicemente vergognoso” il gesto. Si pronunciano anche Pd e Italia Viva. Prese di posizioni giungono poi da componenti del governo e dal Presidenti della Camere, Elisabetta Casellati e Roberto Fico. Un fatto gravissimo, e le reazioni travalicano il confine politico.

Si esprime anche l’Usigrai, sindacato dei giornalisti del servizio pubblico: “Si faccia velocemente chiarezza e si individuino gli autori del gesto; libertà, autonomia e indipendenza dell'informazione di servizio pubblico non possono essere oggetto di intimidazione”.

 Poi c’è l’Associazione Lettera 22 che in una nota, ragiona: “Alla vigilia del 44esimo anniversario dell'omicidio di Aldo Moro, vittima del terrorismo rosso figlio degenere dell'ideologia comunista, insieme con i tanti giornalisti uccisi e gambizzati, da Walter Tobagi a Carlo Casalegno, da Indro Montanelli a Emilio Rossi, è necessario non lasciare solo chi esprime liberamente il diritto dovere di informare i cittadini". Solidarietà “Senza se e senza ma”, arriva anche dal pool di associazioni identitarie Cis-Realtà Nuova, guidate da Domenico Gramazio che invoca indagini tempestive. Un cordone di solidarietà bi-partisan, quindi, a fronte di una intimidazione che sottolinea come, purtroppo, i germi del terrorismo, che sia sostanziale o semplicemente evocato, non siano ancora estirpati.  

Dai blog