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Rai, con Marco Damilano la sinistra occupa tutti gli spazi. Il segnale nefasto del compenso

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Arnaldo Magro
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666 euro al giorno. Per gli amanti dell’esoterismo potrebbe già il solo numero rappresentare un segnale nefasto. Ed invece si discorre ancora del compenso del già direttore de L’Espresso, Marco Damilano, ora in forza presso Mamma Rai. Quei dieci minuti di striscia quotidiana su Rai3, dalle 20,35 alle 20,45, varrebbero ben 200 mila euro di stipendio da corrispondergli per i prossimi dieci mesi. Una cifra che se confermata, difficilmente spiegherebbe i sacrifici richiesti ai giornalisti interni e la politica dei tagli verticali.

 

Fa discutere il compenso elevato ma anche la collocazione della fascia di Damilano. A quell’ora su Rai2 è già presente in palinsesto «tg2post», l’approfondimento politico condotto dall’ottima Manuela Moreno. L’esigenza di proporre su Rai3 una controprogrammazione a dodici mesi dalle politiche la dice lunga sul come si stia preparando la sinistra.

 

Pare tra l’altro non vi sia contemplata alcuna penale nel caso in cui malauguratamente tale striscia non superasse neanche la soglia 2% di share. Solo in questo caso dunque, l’ascolto passerebbe in secondo piano. Fondamentale a sinistra, evidentemente, è l’occupazione degli spazi in tivù. Quasi ne fosse sguarnita. 

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