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L'aria che tira, razzo del generale Tricarico a Draghi: dov'è finita la sua credibilità? Panico in studio

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Gli eserciti ucraino e russo sono sfiancati ma la guerra non si ferma, tutt'altro. Ospite di L'aria che tira, su La7, il generale Leonardo Tricarico analizza il momento delicato del conflitto e commenta gli sforzi, quasi nulli, della comunità internazionale di porre la parola fine al conflitto. Nella puntata di sabato 30 aprile l'ex Capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare spiega che i raid ucraini in territorio russo, come quello registrato nella serata di ieri, sono episodi sporadici e "dimostrativi, come i missili lanciati dai russi a Kiev" durante l'incontro tra Volodymyr Zelensky e il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. Per il generale i due esercito "sono sfibrati, non possono permettersi attività su larga scala" fuori dal teatro di guerra del Donbass. I russi stanno finendo le scorte, gli ucraini vengono armati dall'Occidente e questo provoca uno stallo. 

 

La prospettiva di una tregua però è molto lontana, con Kieve  Mosca che parlano solo di vittoria sul nemico, non di negoziati. "La pace è lontana perché nessuno l'ha chiesta", spiega Tricarico. "Chi dovrebbe promuovere un negoziato getta secchiate di benzina su incendio che appare indistinguibile", dice il generale che entra nel merito. C'è il "pacchetto di mischia guidato dagli Stati Uniti" di Joe Biden, spiega l'ufficiale, Gli unici malumori sono politici, non istituzionali. E l'Italia? Il presidente del Consiglio Mario Draghi "dovrebbe rispolverare la sua credibilità, e rimetterla in campo", conclude, "finora non lo ha fatto". 

 

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