Ipocrisia sulla guerra
Otto e mezzo, botta e risposta tra Massimo Giannini e Lucio Caracciolo: "Critichiamo i russi e poi..."
“La parola guerra non si può pronunciare né in Italia né in Russia”: ha usato parole chiare e dirette Lucio Caracciolo, ospite del talk show quotidiano di Lilli Gruber ‘Otto e mezzo’, quando la conduttrice ha chiesto ai suoi interlocutori di esprimersi sul peso che l’opinione pubblica ha sui bilanci dei governi.
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Si discute sempre di più di una soluzione pacifica del conflitto che in Ucraina stenta a finire. Secondo il sondaggio dibattuto a Piazzapulita, programma del giovedì sera condotto da Corrado Formigli, il 43,6 per cento degli italiani è contrario all’invio di armi all’Ucraina e il 36 per cento è favorevole. La domanda sorge allora spontanea: può influire l’opinione dei cittadini sulle decisioni del governo?
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Ad offrire il suo punto di vista è stato Massimo Giannini, direttore de La Stampa: “In molti, in Occidente, vogliamo la pace. Il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov ha detto in maniera esplicita che i russi non capitoleranno. Siamo arrivati al punto cruciale. Dobbiamo decidere se vogliamo fare davvero la guerra o se il nostro intento è solamente quello di aiutare il Paese aggredito”. Il portavoce del Pentagono ha dichiarato che gli americani stanno già addestrando i soldati ucraini in territorio europeo. Giannini ha dunque affermato, per chiarire l’importanza di un dialogo sincero tra i governi e i cittadini: “Vogliamo sostenere la resistenza ucraina o pensare" che il presidente Volodymyr Zelensky "possa vincere con le nostre armi? I governi europei devono essere chiari con l’opinione pubblica. Diciamo apertamente che siamo in guerra. Inutile usare eufemismi”.
La risposta di Caracciolo non si è fatta attendere ed è stata netta: “Questo a quanto pare non si può fare. Critichiamo i russi che parlano di operazione speciale militare, ma anche noi usiamo un gergo ambiguo. La parola guerra non si può usare”.