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Italia ultima a togliere le mascherine. Roberto Speranza tiene duro e le vuole un altro mese

Dario Martini
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Un mese fa il ministro della Salute, Roberto Speranza, assicurava che dopo Pasqua sarebbe stata presa una decisione definitiva sulle mascherine al chiuso. Intanto, gli altri paesi europei "liberavano" i propri cittadini dai dispositivi di protezione. L’Italia no. Il nostro governo continuava ad aspettare. Incalzato nuovamente sul tema, Speranza guadagnava tempo: «Ci confronteremo tra ministri e decideremo nell’ultima decade di aprile». Memore degli errori del passato, quando dopo la prima ondata scrisse il famoso libro mai pubblicato «Perché guariremo», il titolare della Salute vuole andarci con i piedi di piombo, nonostante gli altri ministri (quelli leghisti più di altri) siano propensi ad abbandonare le mascherine in ogni contesto. Adesso la decisione non può più essere rinviata. L’obbligo di indossarle al chiuso, infatti, scade il primo maggio. Il governo sta ultimando un emendamento all’ultimo decreto Covid e a un’ordinanza del ministero della Salute per disciplinare la materia. Il dispositivo di protezione dovrebbe restare obbligatorio a scuola fino a fine anno e ancora per un mese sui trasporti, al cinema, al teatro e nei luoghi al chiuso dello sport come i palazzetti.

 

 

Oggi si chiuderà la quadra dopo un ultimo confronto tra i ministeri coinvolti e le autorità sanitarie. Il tema verrà affrontato anche nella Conferenza Stato-Regioni convocata per questo pomeriggio dalla ministra Gelmini. Non c’è ancora identità di vedute sull’opportunità di rinnovare l’obbligo sui luoghi di lavoro. Una delle ipotesi è mantenerlo negli uffici pubblici e dare libertà di scegliere ai datori di lavoro nel privato. Allo stesso modo, l’obbligo dotrebbe restare per particolari attività, come parrucchieri e servizi alla persona. Di sicuro, non sarà più necessario il certificato verde. «Credo che dobbiamo dire con grande forza - ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa - che si apre una fase nuova perché si archivia definitivamente la stagione del green pass, che dal primo maggio non sarà più uno strumento richiesto. Sulle mascherine credo che dopo due anni di pandemia gli italiani abbiano una maggior consapevolezza. Indipendentemente dall’obbligo o meno, credo che i cittadini continueranno ad usare prudenza e responsabilità. Nonostante abbiamo tolto l’obbligo delle mascherine all’aperto da oltre due mesi, vediamo nelle nostre vie, nelle nostre piazze affollate cittadini che continuano a indossare le mascherine come elemento di protezione. Per quanto riguarda quelle al chiuso, la riflessione che stiamo facendo è quella di mantenerle in alcune situazioni: pensiamo ai mezzi di trasporto, ai cinema, ai teatri, luoghi dove vi è un affollamento maggiore e dove quindi la mascherina può rappresentare ancora un elemento di protezione».

 

 

La proroga di un altro mese servirà per continuare a tenere sotto osservazione l’andamento della situazione epidemiologica. Nulla vieta, infatti, in presenza di una nuova - ma improbabile - recrudescenza che possano essere reintrodotte alcune restrizioni. I contagi sono ancora abbastanza alti, ieri sono stati registrati 87.940 nuovi casi di Covid, in aumento rispetto ai 29.575 di martedì, per un totale di 16.297.754 dall’inizio della pandemia. I decessi nelle ultime 24 ore sono 186, contro i 146 del giorno precedente. Attualmente sono isolamento 1.234.676 persone. I ricoverati in terapia intensiva sono 394, 15 in meno rispetto a martedì. I pazienti con sintomi nei reparti ordinari sono 10.155 (173 in meno). I dimessi/guariti sono 88.545, per un totale di 14.881.965 dall’inizio dell’epidemia. A livello territoriale, le Regioni con i maggiori incrementi in termini di contagi sono Lombardia (13.110), Campania (10.785) e Veneto (9.666).

 

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