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Armi e censura, botte da orbi tra Paolo Mieli e Michele Santoro. "Se lo faceva Biden...", alta tensione a Piazzapulita

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La situazione in Ucraina sta precipitando con i missili che colpiscono obiettivi nel centro di Kiev mentre il segretario dell'Onu stava incontrando il presidente ucraino Volodymyr Zelensly. E aumentano le distanze tra le diverse posizioni. Esemplare in questo senso quanto visto giovedì 29 aprile a Piazzapulita, il programma di Corrado Formigli su La7, dove si sono fronteggiati a lungo due veterani del giornalismo italiano, Paolo Mieli e Michele Santoro. 

 

Per Santoro bisogna fermare l'invio di armi a Kiev, per Mieli dobbiamo continuare ad armare la resistenza perché è l'unico modo per raggiungere un negoziato. I due si pungono anche sulla gestione del conflitto da parte dell'informazione. Santoro parla di pensiero unico, Mieli non ci sta: in tutte le trasmissioni ci sono voci contrarie "come te", replica l'ex direttore del Corriere. "Ieri stavi da Maurizio Costanzo dove parlavi pure con Drusilla Foer, che fa pubblico, e mi parli di informazione unica...". "Putin ha bombardato il segretario Onu, se l'avesse fatto Biden ti saresti rotolato su questo tavolo" attacca Mieli. 

 

"Ridurre il peso dell'informazione all'esposizione di un'opinione avversa è incredibile, il problema è come viene raccontata questa guerra" sui media risponde l'ex conduttore Rai che sottolinea come il racconto sia fatto con la prospettiva delle forze più oltranziste come gli Usa. "È la prima volta che accade", attacca Santoro che critica fortemente il presidente americano Joe Biden che ha annunciato che chiederò al Congresso altri 33 miliardi di dollari per armare Kiev. "Questa guerra civile scoppia quando viene rovesciato il presidente filorusso, e l'esercito ucraino è crollato. E in Donbass sono andate a combattere le milizie che erano fortemente infiltrate da elementi nazisti" argomenta Santoro. 

 

Il tema delle armi e delle prospettive di negoziato è centrale. "Se armi i civili è naturale che la guerra entra nelle case, vi indignate per questo? E perché non vi siete indignati per Baghdad?" attacca Santoro citando la guerra in Iraq. "Io ero contro" ribatte Mieli che difende la stampa italiana: "La gente è libera e ci sono giornali di tutti gli orientamenti". Per Santoro il problema è nei telegiornali, guardati dalla maggioranza degli italiani, che per il giornalista sono contrari all’invio di armi a Kiev. A Piazzapulita viene mostrato un sondaggio che vede il 43 per cento degli italiani contrari all'invio di armi contro il 36 per cento, dimostrazione per Santoro che l'opinione pubblica "non ha un partito" e subisce l'informazione tv "schierata". 

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