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Otto e mezzo, Lucio Caracciolo: "Cosa può fare Putin nell'Artico", l'incubo delle armi tattiche nucleari è più vicino

Federica Pascale
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“Penso che si arriverà ad un compromesso, perché ad una vittoria o una sconfitta totale di uno o dell'altro significherebbe semplicemente prepararsi ad un'altra guerra.” Così Lucio Caracciolo dal salotto televisivo di Lilli Gruber, conduttrice del programma di approfondimento politico Otto e Mezzo in onda su La7. “Ci sono Paesi molto diversi nell'Occidente, e Paesi che la pensano anche molto diversamente su come trattare la Russia” sottolinea il direttore di Limes, quindi l’esito della guerra in Ucraina, invasa ormai da settimane dalle truppe russe di Vladimir Putin, non è assolutamente certo.

 

“Oggi Putin e Biden non si parlano, e soprattutto le armi nucleari di cui oggi disponiamo sono armi spendibili, non sono armi da esibire. Le armi tattiche, che hanno un potenziale variabile, sono armi da spendere, delle munizioni speciali” spiega Caracciolo. L’ipotesi che si giunga all’utilizzo di armi nucleari è lontana, almeno per adesso, perché l’ordine del presidente russo potrebbe non essere appoggiato dal suo entourage a causa degli effetti catastrofici anche per la Russia: “Ci sono diversi gradi di separazione tra il dito di Putin e il dito del soldato che fa partire il missile”.

 

Certo, però, che i russi potrebbero utilizzare una bomba tattica ad esempio su un’isola deserta nell’Artico, ipotizza Caracciolo, come avvertimento per l’Occidente. “Oggi il rapporto tra armi tattiche russe e armi tattiche americane è di dieci a uno in Europa, a favore dei russi” sottolinea. “Se non si usa, come spero e credo, un'arma nucleare sappiamo per certo che i russi non arriveranno a Kiev e che gli ucraini non arriveranno a Mosca. Quindi si finirà con qualche forma di separazione dell'Ucraina, in che modo poi lo vedremo, e questa sarà la fine di compromesso, che non risolverà nulla ma che quantomeno finirà le ostilità” conclude Caracciolo.

 

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