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"È evidente come andrà a finire", la profezia di Beppe Severgnini sulla guerra. Lilli Gruber rimane di stucco

Federica Pascale
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“Tanto alla fine vinciamo noi, quindi calma!” Così Beppe Severgnini, ospite di Lilli Gruber durante la puntata di mercoledì 27 aprile di Otto e Mezzo, il talk show politico in onda su La7. “Qui stiamo parlando di un Paese, non il più ricco del mondo, anche se molto armato, contro quaranta democrazie ricche, avanzate e organizzate. Quindi, come va a finire questa storia è abbastanza evidente” afferma il giornalista del Corriere della Sera. La "previsione" sulla guerra in Ucraina e il futuro segnato della Russia sorprende Lilli Gruber, che chiede al giornalista cosa intenda.  

 

“Non c'è storia. Quaranta democrazie organizzate contro la Russia. È evidente chi è più forte a lungo andare. Economicamente, militarmente e strategicamente. Il punto è non umiliare i futuri sconfitti” osserva Severgnini, che sottolinea l’importanza di far comprendere a Putin che l’escalation del conflitto in Ucraina non può che risultare che in una catastrofe per tutti. “Penso che prima di dare l'ordine di usare un'arma nucleare tattica lo stesso Putin ci penserà non una ma mille volte – evidenzia il giornalista -. È possibile che il suo ordine non venga eseguito, perché occorrono più persone a schiacciare quel bottone e tutti sanno quali sarebbero le conseguenze, anche per la Russia.” Nel caso in cui questo scenario dovesse realizzarsi, il presidente russo capirebbe di essere finito e anche il sistema gerarchico di governo russo potrebbe non reggere il colpo. Dunque, diplomazia e stop alle minacce, comprese quelle di Stati Uniti e Gran Bretagna che non fanno che “indurire” il rapporto tra Ucraina e Russia. “I rischi ci sono, ed è vero che la guerra è cambiata e a un compromesso si dovrà arrivare in qualche modo. Però questo continuo ricorrere alla minaccia di armi nucleari da parte di Putin e di Lavrov è un segno della loro disperazione” conclude.

 

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