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Siena, presa la baby gang di ragazzine: picchiavano e umiliavano le coetanee. I video sui social

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Christian Campigli
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Un fenomeno che sta assumendo i contorni dell'emergenza. Uno scenario che, di città in città, va moltiplicandosi. Nell'indifferenza generale, sia a livello educativo, scolastico che politico. È scoppiato un nuovo caso di una baby gang che picchiava, umiliava e derideva ragazzini, per poi pubblicare i video sui social network, nei gruppi WhatsApp e farsi belli delle proprie “imprese”. Stavolta non ci troviamo di fronte a sterminate metropoli come Milano, Roma o Torino. Capoluoghi nei quali spesso le periferie sono degradate, prive dei servizi essenziali ed abitate in prevalenza da immigrati. Il nuovo caso di una banda di minorenni violenti giunge dalla piccola, ma ricca Siena.

 

 

Un altro aspetto incredibile di questa vicenda è che le dieci persone, tutte tra i 14 ed i 15 anni, indagate per le loro condotte criminali, sono ragazze. Le malviventi sono state sottoposte a perquisizioni personali e domiciliari dalla polizia, su delega della procura presso il tribunale per i minorenni di Firenze. Le aggressioni, almeno una decina, sono state compiute tra il 27 giugno 2020 e il 19 febbraio 2022. Sempre col medesimo modus operandi. I giovani perseguitati venivano affrontati dalla leader della baby gang in gonnella, spalleggiata e coadiuvata dalle altre, che le riprendevano con i propri smartphone mentre subivano vessazioni di ogni genere. Subito dopo, divulgavano immagini video sui social, per incrementare la “reputazione” del gruppo.

 

 

La banda era solita portare le proprie vittime nei pressi della Fortezza Medicea, in un'area denominata da loro stesse “Il Ring”. Le indagini sono state condotte dagli investigatori della squadra mobile della questura di Siena e sono iniziate alla fine di dicembre 2021, a seguito della denuncia, presentata da una delle vittime, per le aggressioni subite nell'aprile e nell'ottobre 2021. Fondamentale, per il proseguo dell'inchiesta, le numerose testimonianze raccolte, ma anche l'analisi dei social network, che hanno consentito di ottenere elementi per l'identificazione delle appartenenti al gruppo criminale. Un fenomeno, quello delle baby gang, che non può più essere banalizzato. Servono risposte concrete, a livello educativo, scolastico e politico. E servono ora.

 

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