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Reddito di malvivenza: scoperti altri 1.200 abusivi. Tra loro stranieri e affiliati alla Camorra

Tommaso Carta
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C'è anche la figlia di una persona coinvolta nell'omicidio di camorra del giornalista Giancarlo Siani tra gli oltre 1.200 percettori indebiti del reddito di cittadinanza nel Napoletano, scoperti da una inchiesta bis. Dalle indagini, partite da una serie di controlli che hanno abbracciato un arco temporale da novembre 2021 fino a oggi, è emerso un danno per lo Stato di sei milioni e mezzo di euro. Nell'inchiesta del 2021 erano state 2.441 le persone che avevano indebitamente percepito il beneficio, questa volta sono 1.204, 651 le posizioni irregolari, e 553 persone denunciate per truffa ai danni dello Stato. Il conto totale del danno per lo Stato ammonta a 6.557.931,86 di euro. I controlli hanno riguardato 1.167 nuclei familiari e 2.300 persone. La maglia nera appartiene di diritto alla provincia Nord orientale del capoluogo con il dato di Marano che copre più di un terzo degli oltre 6 milioni di euro di totali. Ben 2.789.602,62 di euro sono stati versati nelle tasche di persone residenti in quell'area che non avevano alcun diritto al reddito di cittadinanza; 125 il numero delle persone denunciate, di queste 101 hanno pregiudizi penali. Al secondo posto, persone residenti delle municipalità 1 e 2 di Napoli (quartieri San Ferdinando, Chiaia, Posillipo, Montecalvario, San Giuseppe, Avvocata, Mercato, Pendino e Porto). In questa parte della città il bilancio parla di 916.520,43 euro di danno all'erario, con 160 persone segnalate perla revoca del beneficio.

 

 

 

Tra i vari illeciti scoperti vanno segnalati i 129 cittadini di nazionalità romena denunciati per truffa aggravata. Residenti in diverse municipalità di Napoli, non risiedevano in Italia da 10 anni, 2 dei quali continuativi e hanno percepito indebitamente circa 700mila euro, scoperti grazie allo sviluppo di una anomalia segnalata dall'Inps. A Qualiano, invece, i cittadini stranieri denunciati sono 45: un danno per le tasche dei contribuenti pari a 360mila euro. Tutti gli indagati risponderanno di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Curioso il caso del titolare di un alimentari di Ponticelli, lo scorso gennaio balzato agli onori della cronaca dopo che una trasmissione televisiva lo aveva scoperto a fornire ai clienti un servizio di prelievo contanti. La tessera di pagamento abbinata alle somme ricevute con il Rdc permette un tetto massimo di prelievo giornaliero variabile in base al numero di componenti del nucleo familiare e difficilmente supera i 200 euro al giorno; il salumiere invece passava al Pos la tessera e fingeva un acquisto di merce di una cifra che generalmente superava il limite giornaliero. Non riempiva però il carrello dell'acquirente ma restituiva in contanti la somma strisciata, trattenendo il 15% per il servizio offerto.

 

 

 

Diverse le reazioni politiche all'ennesima maxitruffa scoperta. «Gli scandali connessi al reddito di cittadinanza sono talmente tanti da non fare quasi più notizia, ma la scoperta di altri 1200 percettori indebiti del sussidio nel Napoletano, con un danno per lo Stato di sei milioni e mezzo di euro, induce a un sussulto di indignazione» attacca Annamaria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato. «Siamo di fronte a un sistema colabrodo che, oltre ad aver totalmente fallito nelle politiche attive, ha incentivato le truffe invece della ricerca di lavoro. Basta questo per dire che serve come minimo un ulteriore tagliando?» conclude la Bernini.

 

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