Il battaglione Azov? "Bravi ragazzi", il rettore di Mariupol nega le simpatie naziste. Bordata ai pacifisti italiani
Il rettore dell'Università di Mariupol, Mykola Trofymenko, dopo un collegamento qualche giorno fa con la trasmissione Otto e mezzo su La7 è intervenuto sulla guerra in Ucraina con una intervista alla Stampa sabato 23 aprile. Il più giovane rettore del Paese (ha 37 anni) spiega, dal suo punto di vista, perché la città è stata colpita così duramente dai russi. "Era la più moderna del Donbass", afferma, e "faceva invidia" al presidente russo Vladimir Putin che "non riusciva a giustificarla ai suoi che vivono nel territorio". Il docente ha riparato a Kiev il 15 marzo scorso e ammette che "la guerra per noi è iniziata nel 2014. Vivevamo a 20 chilometri dal conflitto. Volevamo dimostrare che abitare in Ucraina significava essere europei e all'avanguardia: servizi, stipendi, qualità della vita".
Trofymenko illustra lo stato attuale di Mariupol, praticamente rasa al suolo, e parla di 30mila morti. Sulla battaglia dell'Azovstal il rettore afferma che i russi "stanno cercando di catturare la città, ma non possono prendere l'ultima fortezza, l'acciaieria. È enorme, con un sacco di bunker e rifugi costruiti durante l'Urss, pronti per la guerra nucleare. È impossibile per i soldati russi prendere questi rifugi. Non riescono nemmeno a prendere i territori di Donetsk e Lugansk. Non possono prendere tutta l'Ucraina e uccidere il nostro presidente. Stanno cercando di occupare qualcosa, per dimostrare al loro popolo che non tornano a casa a mani vuote. Ma presto dovranno trattare". Per il docente "il futuro di questa guerra sarà deciso nelle prossime settimane. Putin, da leader sovietico, ama le ricorrenze di era sovietica", ossia la famosa parata del 9 maggio per la vittoria contro i nazisti della Seconda guerra mondiale. Ma "gli eroi dell'acciaieria non si arrenderanno mai" dice Trofymenko.
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Il rettore difende poi il celeberrimo battaglione Azoz, la milizia ucraina accusata di simpatie neonaziste. "Non sono nazionalisti e fascisti, i russi lo sono. Vivono in Ucraina nella nostra regione dal 2014. Hanno una filosofia separatista. Non è nazionalismo, sono sentimenti patriottici - afferma il docente che chiede agli italiani di "cambiare idea" - vogliono essere buoni guerrieri. Sono bravi ragazzi che difendono le loro famiglie, le loro case". Agli italiani, poi, Trofymenko chiedere anche di non accettare più gas e petrolio da Putin.