testimonianza
Manolo Portanova e la violenza sessuale, il racconto choc della ragazza: "Sputi, botte e insulti"
Il calciatore del Genoa Manolo Portanova, nato a Napoli e passato per le giovanili di Lazio e Juventus, dovrà comparire il prossimo 7 giugno davanti al Gup del tribunale di Siena, Ilaria Cornetti: è stato richiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza, oggi 22enne.
I fatti risalgono alla notte tra il 30 e il 31 maggio 2021 e si sarebbero consumati nell'appartamento a Siena di proprietà di un amico del calciatore, figlio dell'ex difensore Daniele Portanova,
«A un certo punto - ha raccontato la ragazza secondo quanto riportato dal Secolo XIX - ho sentito la presenza di altre persone che ridevano in camera da letto. Mi sono alzata con la scusa di prendere una bottiglia d’acqua e ho acceso la luce: davanti a me c’erano tre uomini nudi».
Un'amica della ragazza nel frattempo - stando a quanto ricostruito dagli inquirenti - si era appartata in un'alta camera con un ragazzo, lasciando sola la presunta vittima con il calciatore. E lì sarebbe iniziato l'incubo, fatto di «violenze sessuali, percosse, sputi, insulti, accanimento animalesco sul suo corpo concepito come un oggetto». E ancora, secondo quanto raccontato della ragazza: «Ho detto che non volevo, ma non si sono fermati. Ero esausta, chiedevo di andarmene, di chiamare la mia amica, mi veniva detto che era in bagno e non poteva intervenire, ma nessuno in realtà la cercava».
Dopo la presunta violenza sessuale subita, la vittima si è recata al Pronto Soccorso per una visita approfondita. Il referto parla di colpi ai fianchi, ai glutei e ferite profonde alle parti intime. Le dimissioni sono avvenute con una prognosi «superiore ai 40 giorni».
Ma c'è di più perché la ragazza sarebbe stata segnata in maniera tremenda a livello psicologico. Oltre ai danni fisici, stati certificati danni «permanenti» nella perizia medico legale di parte. Inoltre, in questi mesi in cui è ricorsa a sedute continue dallo psichiatra, la donna ha sofferto di «stress acuto, ansia, oscillazione dell’umore e riduzione dell’appetito. Quanto accaduto in quella terribile sera vivrà con me per sempre. Giorno dopo giorno, passo dopo passo».
Il legale di Portanova, Gabriele Bordono, anticipa così la linea difensiva: «Chiederemo di aver accesso al rito abbreviato. Si tratta di una scelta obbligata per evitare che tutte le parti rivivano una vicenda che ha portato a sofferenze. Abbiamo svolto indagini dalle quali a nostro parere emerge che il rapporto è stato consensuale».
Ma a questa ricostruzione dei fatti si oppone la ragazza: «È stato un atto di violenza assurda e immotivata. C’era il consenso a un rapporto sessuale con il calciatore, non con gli altri. Ora voglio solo giustizia per quanto accaduto quella notte», le sue parole diffuse dal suo legale, Jacopo Meini.
Questa, invece, la posizione di Portanova nelle parole affidate all’avvocato: «Da mio padre e dal mondo dello sport ho ereditato valori sani e il rispetto per tutti, in particolare per le donne. Sono addolorato per i danni psicologici patiti dalla ragazza».