Dario Nardella, Le Iene fanno scoppiare il caso sui contributi figurativi del sindaco di Firenze
Una normale dinamica professionale o una “furbata” (seppur perfettamente legale) ai danni dei contribuenti? È questo il tema di un servizio andato in onda ieri sera all'interno della trasmissione televisiva “Le Iene” e che ha visto come protagonista il sindaco di Firenze, Dario Nardella.
In città, da questa mattina, non si parla d'altro. Il primo cittadino, otto anni fa, due mesi prima di candidarsi alla poltrona più prestigiosa di Palazzo Vecchio, venne assunto ad un'impresa di distribuzione di bevande in bottiglia. Come da prassi, una volta eletto l'esponente dem si mise in aspettativa, rinunciando al suo stipendio da dirigente privato. Nardella continua però, come stabilisce la legge, a beneficiare dei contributi figurativi previsti dal suo ruolo, ma versati dalle casse pubbliche.
Il primo cittadino ha confermato di essere stato assunto alla General Beverage di Pontremoli (piccolo centro in provincia di Massa Carrara), e “di aver firmato il contratto quando non facevo il sindaco né ero candidato. Mi hanno assunto perché avevano bisogno di una figura che si occupasse delle relazioni istituzionali, perché l'azienda voleva investire in altri Paesi europei. Poi gli eventi hanno portato alla decisione di Renzi di lasciare la città e fare il Presidente del Consiglio. Io, a quel punto, ho deciso di candidarmi. Mi fa piacere aver la possibilità di poter spiegare questa dinamica, fuori da ogni ambiguità e insinuazione. Io sono una persona molto seria e faccio le cose per benino”. Di avviso opposto il capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio comunale, Alessandro Draghi.
“Nardella quando è stato assunto era già parlamentare e naturale successore di Renzi. L'amministratore delegato della General Beverage, Giovan Battista Varoli, già testimone di nozze del primo cittadino, è stato nominato dallo stesso sindaco, per ben due volte, nel consiglio d’amministrazione della Scuola di Musica di Fiesole. Anche qui tutto regolare ma a dir poco strano. Pontremoli si trova a quasi duecento chilometri da Firenze. Mi chiedo come Nardella abbia fatto a trovare il tempo di lavorare, dovendo vivere a Roma dal martedì al giovedì”. Un botta e risposta a colpi di mazza ferrata. Una vicenda complicata, intrisa di legalità e tutela dei propri diritti da un lato, immagine pubblica e opportunità politica dall'altro.