Toscana, "gestione illecita dei rifiuti a Podere Rota". Indagate cinque persone per la discarica: c'è anche il sindaco di Terranuova
Toscana e scandali ambientali. Un binomio che sta diventando una triste consuetudine. Un'inchiesta che dovrà far luce su alcune presunte irregolarità. Secondo la tesi accusatoria, vi sarebbe una gestione illecita dei rifiuti all'interno della discarica Podere Rota, la più importante del Valdarno aretino. Cinque le persone finite nel registro degli indagati. Il nome che fa più rumore è quello del sindaco di Terranuova Bracciolini, Sergio Chienni.
Insieme al primo cittadino, verranno vagliate le posizioni di un importante dirigente del settore bonifiche della Regione Toscana, Renata Caselli, oltre a quelle di Luana Frassineti, Marinella Bonechi e Giampiero Mazzoni, tre quadri di società legate a Podere Rota. Inquinamento e gestione illecita dei rifiuti le accuse mosse ai cinque indagati. Ai due pubblici ufficiali viene contestata anche l’omissione di atti d’ufficio. Secondo le prime indiscrezioni, l'inchiesta sarebbe nata a seguito della diffida alla Regione Toscana del sindaco di San Giovanni Valdarno. Nell'atto formale, il primo cittadino Valentina Vadi avanzava forti dubbi sulla possibile contaminazione delle acque, per colpa della discarica.
Non va dimenticato che, all'inizio del 2020, sembrava ad un passo l'ampliamento di Podere Rota e l'arrivo in Valdarno di rifiuti speciali, provenienti soprattutto da altre regioni italiane. Un'ipotesi poi stoppata anche dalla relazione di Arpat (l'agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana), che aveva scritto, nero su bianco, come “lo stato qualitativo delle acque sotterranee si caratterizza per la presenza di elevati valori di ammoniaca, cloruri, nitriti, arsenico, e manganese nei livelli acquiferi intermedio e profondo”.
Sul tema è intervenuto anche il capogruppo di FdI in Regione Toscana, Francesco Torselli: “Il dirigente indagato è lo stesso individuato come il soggetto che avrebbe dovuto guidare la bonifica dei rifiuti tossici interrati nel caso Keu. Una vicenda che vede possibili collegamenti tra lo smaltimento di sostanze nocive, organizzazioni mafiose e il nostro territorio. È indispensabile che a individuare i commissari straordinari per queste opere di bonifica sia il governo centrale e non la giunta Giani. Ne va della salute dei nostri concittadini”.